Come ben sappiamo, nel 2022 la Formula 1 ha dato vita ad una nuova ondata di regolamenti progettati appositamente per incrementare corse ravvicinate e sorpassi, riportando in pista le vetture ad effetto suolo. Tuttavia, le nuove monoposto hanno risvegliato un vecchio problema, il cosiddetto porpoising.
Marc Surer, ex pilota in attività tra gli anni 70 e 80, è intervenuto ai microfoni di Racingnews365 per fare alcune considerazioni in merito e per raccontare come venne affrontato il problema ai suoi tempi. Di seguito le dichiarazioni.
Facendo un'analisi sulla nuova generazione di auto, lo svizzero innanzitutto ha detto:
"Sono rimasto sorpreso dal fatto che i vari team non abbiano scoperto il problema del porpoising nella galleria del vento. Al giorno d'oggi lo sviluppo dell'auto è tutta una simulazione. E in tutte le simulazioni non l'hanno visto...".
Poi, parlando ancora del porpoising, ha aggiunto:
"A volte era così brutto che sembrava stessimo per decollare sui rettilinei, perché le macchine iniziavano a saltare, con le ruote anteriori che si staccavano da terra. Si trattava di un porpoising davvero in grande stile, e gli ingegneri hanno dovuto lavorarci parecchio su. C'erano due approcci per cercare di risolvere il problema. Uno era togliere la pressione da sotto l'auto. L'altro era fare dei fori alle gonne laterali mobili delle vetture. Un passaggio importante è stato quello di rendere più rigide le sospensioni".
Infine ha concluso:
"Ricordo che la Williams provò a correre senza sospensioni o a irrigidirle completamente, cosa che non andava bene quando si toccava il cordolo, ma risolveva il problema del porpoising. Personalmente, avevo Gustav Brunner che lavorava per l'ATS in quel periodo ed era molto bravo in aerodinamica. Risolvemmo il problema abbastanza rapidamente, ma ricordo di aver visto altri non riuscirci".