Sprint race: Andrea Ferrari sostiene Domenicali: «Ai piloti non piacciono le prove libere»
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Hanno fatto discutere non poco le parole pronunciate dal CEO della Formula Uno Stefano Domenicali, nella giornata di ieri in occasione del GP del Portogallo di MotoGP, realative alla questione delle sprint race nel Circus iridato. Parole che, certamente, non sono state pronunciate non in maniera casuale dal boss della F1, ma in concomitanza con il fine settimana in cui la massima serie motociclistica ha varato il suo nuovo formato del weekend di gara (chiaramente ispirato a quello di F1), con l'implementazione delle gare sprint in ogni sabato della stagione.

Un format che, di fatto, la Formula Uno ha lanciato ormai da tre stagioni e che sta sperimentando in modo sempre crescente (quest'anno infatti saranno ben 6 i fine settimana dove troveremo le gare sprint) e che, nelle idee dei vertici di Liberty Media, proprio per bocca dell'ex team principal Ferrari, rappresenta il futuro della categoria.
L'ex numero uno di Lamborghini, senza mezzi termini, ha infatti dichiarato di essere "Un sostenitore dell'annullamento delle prove libere. In fondo servono solo agli ingegneri ma non piacciono al pubblico, che è ciò che conta".


Una tipologia di weekend che, ad onor del vero, va incontro alle esigenze commerciali degli organizzatori per alzare la posta in gioco con i diritti commerciali e dei promoter dei GP che, in questo modo, possono vendere sin dal venerdì un maggior numero di biglietti a prezzi più elevati, sfruttando la valenza ufficiale delle sessioni.
Una tipologia di weekend che, al contrario, si scontra con quelle che sono le tradizioni consolidate da oltre 70 anni del circus iridato e che, ogni qualvolta viene tirato in ballo, genera sempre importanti dibatti tra gli appassionati della categoria e tra i quali (quantomeno quello di lunga data, ma dalla passione comprovata non superficiale come quelli provenienti da Netflix) trova scarso riscontro.

Dibattito che, come era lecito attendersi, si è prontamente acceso a seguito delle parole del manager imolese nella giornata di ieri e a cui, inaspettatamente, ha preso parte anche un personaggio tutt'altro che trascurabile all'interno del paddock di F1: Andrea Ferrari, fisioterapista e amico fraterno di Charles Leclerc, che ha esposto il suo pensiero rispondendo al seguente Tweet.

"In F1 manca qualcuno con una "visione" di cosa debba essere questo sport, un uomo autorevole. [...] Al massimo possiamo affidarci a burocrati, gestori di ordini come Domenicali. [...] Fa specie sentir dire dall'ex capo della Ferrari ciò che ha detto: denota mancanza di conoscenza di cosa sia uno sport motoristico. [...] Vediamo cosa succede con tifosi, team e piloti. Ma se quanto detto da Domenicali dovesse realizzarsi, mi auguro che questo sport muoia,  per rinascere con altri interpreti".


Una risposta, quella dell'ex braccio destro di Jules Bianchi, che esprime una chiara posizione sulla questione sprint e che, probabilmente, lascia intendere l'importante e autorevole pensiero del suo pilota, Charles Leclerc, relativamente al rivoluzionario (o quantomeno discutibile) format di gara.

"Pensiero personale: ai piloti penso che piaccia molto di più fare una prova libera e la qualifica che tre prove libere e la qualifica"

Leggi anche: Domenicali: «Vorrei abolire le prove libere, non piacciono al pubblico»

Foto twitter.com


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