Bianca, numero 24; due strisce trasversali: una rossa e una blu; Union Jack e Croce di Sant’Andrea. Sponsor, nemmeno a parlarne. Comparirà poi un orsacchiotto sulla livrea. È la Hesketh di James Hunt al Mondiale del 1975, la scuderia più glamour e fuori dai canoni - anche quelli delle sponsorizzazioni - che abbia fatto parte del Circus della Formula Uno. Al timone, Lord Alexander Hesketh, che a soli ventidue anni aveva fondato la scuderia e che porta in giro per i vari circuiti una specie di caravanserraglio di ostentazioni, dalle bellissime modelle ai vassoi di aragoste e caviale da offrire ai giornalisti, accompagnati da champagne ghiacciato.
Se il pilota ideale per una scuderia simile Lord Hesketh se lo fosse disegnato da sé, non gli sarebbe venuto così azzeccato come invece è James Hunt: irriverente, talentuoso, praticante degli eccessi come se fossero un credo religioso.
Al Gran Premio di Zandvoort ‘75, tra le celeberrime dune di sabbia della costa olandese, le qualifiche decretano il solito dominio del Cavallino: Lauda in pole, Regazzoni dietro di lui. Al terzo posto in griglia, la Hesketh bianca: dopo una serie di ritiri e delusioni, in aggiunta alla preoccupazione crescente di alcuni membri del team per il fatto che i conti cominciano a non tornare e che Hesketh continua a non volerne sapere di “sporcare” la sua livrea con marchi di sigarette, merendine o ricambi per auto.
Pista bagnata, il giorno della gara, a causa di un temporale mattutino. Rigagnoli e pozzanghere ancora da asciugare, si parte con gomme scolpite.
Si rivelerà il gran giorno in cui Hunt darà prova di non essere solamente irruento e velocissimo: il suo primo giorno di gloria nasce dal calcolo e termina all’insegna della gestione. Al settimo giro, si infila nei box per montare gomme da asciutto, sei giri prima di Lauda e di tanti altri. Ha individuato le traiettorie dove l’asfalto ha già smaltito l’umidità.
Hunt è primo al termine del bailamme delle sostituzioni altrui, che hanno intasato la corsia dei box. Procede, a un elevato ritmo costante. Ha accumulato un tesoretto di vantaggio che Lauda comincia a rosicchiare negli ultimi venti giri; in quel frangente, Hunt mette da parte l’irruenza e accetta di scendere sul terreno della guerra di nervi con la Ferrari negli specchietti. Quel giorno, fino alla fine, Lauda resterà in quel piccolo ovale vitreo, custodendo i punti utili a quello che sarà il suo primo alloro mondiale.
Ma il giorno di sabbia e cielo mutevole d’Olanda se lo prende Hunt, che dopo aver tagliato il traguardo vede arrivargli incontro Lord Hesketh, paonazzo e affannato per aver corso lungo l’intera pit lane in preda all’orgasmo della prima volta, per la scuderia e per il pilota.
Inizia in Olanda un party che terminerà soltanto nella settimana successiva, nel castello della famiglia Hesketh, che è anche la sede del team. Una follia, per celebrare un giorno di memorabile lucidità.