Perché Vettel ha fallito in Ferrari? Un monito per il futuro del Cavallino Rampante
Una domanda da un milione di dollari, a cui molti fan occasionali associano semplicisticamente gli errori al volante di Seb, quando l’obbiettivo iridato sembrava a portata di mano…

05/10/2023 07:10:00 Tempo di lettura: 10 minuti

Perché Sebastian Vettel ha fallito in Ferrari? Una domanda da un milione di dollari, a cui molti fan occasionali associano semplicisticamente gli errori al volante di Seb, quando l’obbiettivo iridato sembrava a portata di mano. Il pilota tedesco ancora oggi è considerato, da una buona parte di pseudo esperti di Formula 1, un pilota che ha raggiunto traguardi superiori al suo reale potenziale. Un buon pilota trovatosi al posto giusto al momento giusto, supportato dalle monoposto di Newey e da una buona dose di fortuna. Tale disamina tuttavia fa acqua da tutte le parti.

Stiamo parlando di un pilota che ha debuttato nel circus sostituendo in corsa Robert Kubica dopo lo spaventoso incidente in Canada, andando subito a punti (Indianapolis 2007 su BMW Sauber, nda), ha siglato la prima pole e conquistato la prima vittoria su una Toro Rosso (Monza 2008, nda), ha dato la prima vittoria in un GP e i primi titoli mondiali alla Red Bull. 

Perché Vettel ha fallito in Ferrari? Un monito per il futuro del Cavallino Rampante

Prima vittoria Red Bull con Sebastian Vettel nel GP di Cina 2009

 

La stagione 2014 aveva dato fiato alle trombe dei suoi detrattori allorquando Daniel Ricciardo, l’enfant prodige della cantera Red Bull, aveva sonoramente battuto il blasonato team mate. Ma ormai Seb aveva già la testa in Ferrari e una clausola del contratto che lo svincolava in caso di risultati poco soddisfacenti.

Vettel non ha fatto mai mistero di essere cresciuto nel mito della Ferrari dell’era Schumacher, suo idolo e successivamente mentore quando sono diventati colleghi. La prima stagione in rosso del quattro volte campione del mondo fu una sorta di trionfo. La storica scuderia italiana non aveva interpretato in modo proficuo l’epocale transizione ibrida. Il 2014 era stata un calvario e solo gli acuti di Fernando Alonso riuscirono a rendere meno amara la prima stagione della nuova era turbo ibrida. Nel 2015 il campione di Heppenheim riportò il Cavallino Rampante al successo dopo appena due gare in rosso, in Malesia, per poi aggiudicarsi i gran premi di Ungheria e Singapore. 

Perché Vettel ha fallito in Ferrari? Un monito per il futuro del Cavallino Rampante

Sebastian Vettel a bordo della Ferrari SF15-T

 

Nel 2016 Seb non riuscì a portare la SF16-H al successo, ma il livello di guida esibito fu assolutamente degno di un quattro volte campione del mondo. L’anno seguente il team di Maranello realizzò quella che può essere tutt’ora considerata la miglior monoposto degli ultimi 15 anni, la SF70-H. Nella prima parte di stagione Vettel esaltò le doti della monoposto cogliendo vittorie e piazzamenti che lo portarono in testa alla classifica iridata. L’atavica incapacità di sviluppare il mezzo, il gap con la power unit Mercedes e qualche problema di affidabilità costrinsero il team di Maranello e il driver tedesco a rimandare il sogno iridato. Il 2018 sembrava essere davvero l’anno buono. La SF71H era la logica evoluzione dell’ottima vettura della stagione precedente. Per molti la sliding doors della stagione fu il dritto al Motodrom di Hockenheim mentre era in testa alla gara e al mondiale. Un errore che mino’ profondamente le certezze del pilota tedesco, sul quale si abbatte’ la gogna mediatica di chi aveva sempre nutrito dubbi sul ragazzo di Heppenheim. 

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Vettel dopo il ritiro nel gran premio di Germania 2018 – Credit: skysports.com

 

Il gran premio di Germania si corse poche ore dopo la morte di Sergio Marchionne che di Seb aveva colto la natura: “Credo sia un po’ meridionale e ogni tanto gli saltano i nervi”. Qualche settimana dopo a Monza, con due Ferrari in prima fila, la storica scuderia italiana non impose il gioco di squadra per consentire a Sebastian di alimentare le speranze iridate dopo la bella vittoria di Spa Francorchamps.

Tutti i fuoriclasse dell’era moderna hanno raggiunto i propri successi grazie a un team cucito su misura del proprio campione. Per comprendere il resto dello scritto è necessario sfogliare l’album dei ricordi. Fernando Alonso è da tutti considerato uno dei piloti più forti della storia della Formula 1, un mastino in gara dalla enorme personalità. Tuttavia nel 2004 Fernando venne letteralmente bastonato dal team mate, Jarno Trulli, vincitore del gran premio dì Montecarlo. 

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La line-up Renault della stagione 2004 composta da Alonso e Trulli – Credit: F1.com 

 

Flavio Briatore aveva sempre considerato Alonso la potenziale “gallina dalle uova d’oro” e per recuperare mentalmente l’enfant prodige spagnolo non si preoccupò di appiedare il team mate di Pescara per futili motivi a stagione inoltrata (sorpasso di Barrichello all’ultimo giro del gran premio di Francia, nda). La decisione impopolare di Briatore diede i suoi frutti. Nel 2005 e nel 2006 Nando vinse il titolo piloti. Tale premessa è fondamentale per comprendere che un pilota necessita del totale appoggio del team per poter ambire ai massimi traguardi. Stesso logica messa in pratica da Red Bull con Verstappen, nonostante Ricciardo in una fase della loro coabitazione fosse più performante del pilota olandese.

Improvvisamente Seb scoprì di non avere il pieno sostegno del management della rossa. Il biennio successivo (2019/2020) fu fortemente condizionato da un pilota tramortito nello spirito e dalle prestazioni di un compagno di squadra velocissimo (Leclerc). Nonostante fosse evidente che per il Cavallino Rampante fosse più un peso che un valore aggiunto, il tedesco ha sempre cercato di lottare per evidenziare i problemi insiti nella GES. La ridicola penalità comminata nel gran premio del Canada del 2019 e il successivo siparietto in cui Vettel invertì i cartelloni delle monoposto posizionando il numero 1 in corrispondenza della propria piazzola, non era altro che un grido disperato di fronte alla pochezza politica della storica scuderia italiana. Le numerose incomprensioni con il muretto erano l’evidenza di un grosso problema nell’area delle operazioni in pista. 

Perché Vettel ha fallito in Ferrari? Un monito per il futuro del Cavallino Rampante

La manovra che costò 5 secondi di penalità a Vettel nel GP del Canada 2019 – Credit: F1.com

Un disagio segnalato non da un rookie bensì da un pilota che sapeva come vincere gare e mondiali. Seb è diventato nel tempo una spina nel fianco della Ferrari e della FIA. Quando nel gran premio del Messico 2016 mando’ a quel paese Charlie Whiting inizio’ a scavarsi la fossa nei confronti dell’organo federale. Non gli venne perdonato più nulla, ogni minima infrazione era inesorabilmente il prologo di una penalità. Dulcis in fundo il metodo Binotto che scaricò il pilota tedesco in favore di Charles Leclerc. Ma dato che il tempo è galantuomo, Charles lo scorso anno ha vissuto sulla propria pelle i limiti del manager italo svizzero nella gestione dei piloti. Per non parlare dell’appiedamento telefonico del campione tedesco quando la stagione 2020 doveva ancora iniziare. Un tritacarne di cui ha fatto le spese lo stesso Team principal di Maranello al termine della scorsa stagione. 

Perché Vettel ha fallito in Ferrari? Un monito per il futuro del Cavallino Rampante

Vettel scuro in volto nelle ultime fasi dell’esperienza in Ferrari

Quindi perché Vettel ha fallito in Ferrari? A questo punto la risposta non può essere che una: è stato abbandonato al suo destino. Il talento è un dono e Seb non lo hai mai perso, ma la “testa” nello sport conta probabilmente molto di più. Se le certezze vacillano e l’ambiente circostante non protegge il proprio patrimonio, nulla può il talento e una bacheca già ricca di trionfi. Basta ricordare le scuse in mondovisione di Toto Wolff a Lewis Hamilton, in occasione del gran premio d’Azerbaijan lo scorso anno, quando il team principal austriaco non si curò di definire la propria monoposto una “shit box”. Quello di Vettel è un “case study” per gli uomini di Maranello. Le dinamiche che hanno favorito l’insuccesso di Seb devono essere eradicate dalla GES affinché un giorno l’uomo della provvidenza riporti il Cavallino Rampante sul tetto del mondo.

Foto interna www.skysports.com

Foto interna www.formula1.com

Foto interna www.formula1.com

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