Se la sprint race piace più del GP...

Ammettiamolo: un conto sono i principi filosofici, un altro la realtà delle cose. 

Filosoficamente, quando è stata introdotta la formula della Sprint Race abbiamo tutti pensato all’ennesimo, arzigogolato artificio per tentare di vendere il “prodotto” Formula Uno, snaturando una volta di più questo circo che da qualche anno paga un calo d’interesse dovuto a una serie di motivi, più volte da noi elencati ed esaminati. Ora, però, proprio a proposito di numeri, c’è un’evidenza che non possiamo non considerare: televisivamente, la Sprint Race va più che bene, diverte e non dà, orologio alla mano, il tempo di annoiarsi, cosa che non si può dire di un elevato numero di gran premi nel corso del Mondiale. 

Proprio l’introduzione regolamentare che era apparsa più artificiosa, con tanto di critiche di Max Verstappen in persona, è quella che in termini di audience sta pagando di piu. Di fronte ai numeri degli ascolti non possiamo che prendere atto dei gusti del pubblico; poi, dobbiamo chiederci perché e la risposta è forse nella natura stessa della mini - competizione: compressa, limitata nel tempo, con una soglia di adrenalina più alta rispetto alla gara tradizionale; un tipo di evento sportivo che sembra creato ad arte, e in effetti lo è, per la durata media della soglia d’attenzione del telespettatore - tipo, indipendentemente da quanto quest’ultimo sia appassionato e competente. 

Chi vuole realmente il bene della Formula Uno e ha interesse al suo stato di salute quanto a introiti e popolarità, dovrebbe forse smetterla di perdere tempo demonizzando l’anomalia delle Sprint - Race, per cominciare a chiedersi come rendere i gran premi sempre più simili a esse. 

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