Helmut Marko li ha definiti "una vecchia coppia sposata", dato il continuo bisticciare via radio, ma il loro rapporto ha solide basi di fiducia. Max Verstappen e Gianpiero Lambiase sono l'ennesima dimostrazione che un pilota non può essere vincente se non è parte di un puzzle più grande in cui tutti i pezzi si incastrano alla perfezione. Quest'anno, il suo ingegnere di pista è stato l'unico che è riuscito a tenergli testa e ha persino costretto l'olandese, dal temperamento caldo e ostinato, a chiedere scusa via radio.
In una recente intervista con il quotidiano De Telegraaf, il britannico ha svelato il segreto della loro collaborazione: "Non litighiamo mai. A volte dopo una gara non ci parliamo per più di due ore perchè abbiamo ancora molta adrenalina in corpo, e c'è bisogno di passare del tempo da solo prima di dire cose di ci ti pentirai. Ci sono anche dei momenti in cui penso che avrei potuto comunicare meglio, e lo stesso succede a Max. Possiamo anche avere opinioni differenti, ma alla sera o alla mattina dopo abbiamo risolto tutto".
Inoltre, Lambiase ha rivelato che uno dei segreti che rende il duo così vincente è la schiettezza, ma anche il rispetto delle emozioni dell'altro: "Nel momento in cui pensi che non dovresti dire qualcosa per non far arrabbiare il pilota sei una causa persa. Non credo che Max voglia cambiare qualcosa. Lui è uno schietto, va dritto al punto. È stato cresciuto così da suo padre. Io ho un ruolo marginale quando è in pista, ma la nostra dinamica funziona bene. Non sono un esperto in psicologia sportiva, ma bisogna capire bene il carattere di un pilota per lavorarci al meglio. La chiave del mio lavoro è fidarsi ciecamente dell'altro, ma essere anche consapevole dell'aspetto emotivo. Al giorno d'oggi l'aspetto mentale è sempre più importante. Non si tratta solo di talento e di macchina, ma anche di come uno li gestisce".
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