Vanzini: «Alonso, l'energia di un ragazzino»
07/11/2023 13:00:00 Tempo di lettura: 4 minuti

Nella sua consueta analisi per Autosprint, Carlo Vanzini si è soffermato sulla prestazione di Fernando Alonso nel Gran Premio del Brasile. Partito dalla quarta casella della griglia, lo spagnolo si è reso protagonista di una gara perfetta, tagliando il traguardo in terza posizione, al termine di un duello incredibile con Sergio Perez. 53 millesimi il distacco tra la sua Aston Martin e la velocissima Red Bull del messicano. 

Vanzini esalta Alonso: "Fe-no-me-na-le"

Vanzini: «Alonso, l''energia di un ragazzino»

Vanzini inizia la sua analisi scrivendo: "40 anni e non sentirli, recitava una famosa pubblicità degli anni ’80 con Nino Castelnuovo, noto attore che saltava la staccionata con un balzo felino. Di quello spot fu protagonista anche chi, proprio a quarant’anni, nel 1982, da portiere titolare, divenne campione del mondo con l’Italia, Dino Zoff. Va detto che in quel periodo il quarantenne era visto un po’ come il sessantenne di oggi, ma precisazione a parte, anche Zoff, super appassionato di Formula Uno, credo non possa che essere anche lui innamorato di chi all’anagrafe di anni oggi ne ha 42, ma corre con l’energia di un ragazzino e il pelo e l’astuzia della vecchia volpe, al secolo Fernando Alonso. Fe-No-Me-Na-Le".

Alonso è giunto a San Paolo reduce da giorni di voci che lo vorrebbero in procinto di lasciare l'Aston Martin. Voci che in conferenza stampa ha sottolineato di non aver gradito: "Era indemoniato, come un artista in fase creativa che alle ultime frenetiche pennellate deve solo mettere la firma. Nando è arrivato in Brasile furioso, per le voci incontrollate che lo davano alla vigilia del gran premio in Red Bull al posto di Perez, per il prossimo anno, ma magari verrebbe da dire, anche per esaltare il Max solitario che si, vince a raffica, ma la facilità disarmante con cui lo fa non da abbastanza credito alla sua forza. Alonso oggi, lo abbiamo già detto e lo ribadiamo, sarebbe forse l’unico attrezzato, perché non parliamo solo di guida, ma anche di condizioni ambientali, per mettersi al fianco di Verstappen nel suo regno, ma non succederà ed è un vero peccato", afferma il giornalista. 

Poi si sofferma su come lo spagnolo è riuscito nell'impresa di mettersi dietro la RB19: "Il sigillo è arrivato al termine di una ventina di giri a gestire la batteria e l’energia appositamente per difendersi con Perez incollato. Perez si avvicinava nel settore centrale, ma la costruzione delle ultime 4 curve da parte di Alonso è stata per venti volte perfetta, da far vedere ai giovani, contro la macchina che ha il DRS più potente di tutte".

Infine, Vanzini ha concluso scrivendo: "Alonso è da clonare perché è vero che la macchina conta eccome nel motorsport, ma è altrettanto vero che lui è uno dei pochissimi piloti arrivati a giocarsela con una macchina inferiore, con Ferrari negli anni in cui dichiarava di non correre contro Seb (Vettel), ma contro Newey. Ha avuto la meglio su una delle macchine del mago dei flussi con la qualità dell’uomo pilota che per citare la nota pubblicità degli anni ’80, ci ha messo CUORE. Chapeau!!!".

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