Terruzzi e gli ultimi aggiornamenti su Schumacher: «Basta finti annunci clamorosi»
25/12/2023 20:30:00 Tempo di lettura: 3 minuti

Sono passati quasi 10 anni dall'incidente che ha stravolto la vita di Michael Schumacher, da quel giorno sulle piste di Meribel che doveva essere una mattinata con il figlio Mick, e si è trasformata in tragedia. E la narrativa non è mai cambiata: dopo una vita passata in pista, a flitare con la morte a 300 km/h, una piccola imprudenza ha rischiato di essere fatale. Sul campione trapelano poche notizie, gelosamente custodite dalla sua premurosa famiglia e dai pochi amici intimi, mentre diversi giornalisti cercano sempre di strappare qualche informazione, qualche foto o parola di troppo per avere uno scoop da prima pagina. 

Al contrario, in un recente articolo sul Corriere della Sera, Giorgio Terruzzi ha chiesto il silenzio attorno alla vicenda del tedesco, raccontando e ripercorrendo gli ultimi aspetti della vicenda con tatto e delicatezza. "L’ultima inchiesta è recente: indagine per spiegare quanto fosse inadatta la neve quel 29 dicembre, il tempo perso dall’elisoccorso che decise di puntare sul piccolo ospedale di Moutiers prima di fare rotta su Grenoble. Gli annunci, sempre «clamorosi». Anche se non lo sono affatto. Di clamoroso, purtroppo, c’è solo la voglia di sfruttare un personaggio amatissimo. «Michael c’è ma non è più quello di prima». Le parole sono di Jean Todt, tra i pochissimi ammessi al capezzale dell’ex campione che il 3 gennaio compirà 55 anni. Schumacher, a quanto si sa, respira in autonomia, è immobile, non parla, i fisioterapisti cercano di mantenere un sufficiente tono muscolare. Una condizione penosa e misteriosa perché, dei meccanismi cerebrali profondi, anche a detta dei medici, ne sappiamo ancora ben poco. Corinna, Gina Maria e Mick gli parlano senza sapere se e in che misura possono essere ascoltati. È questo che più angoscia. Immaginiamo vagamente un uomo malato mentre continuiamo a confrontarci con le immagini di ieri. Schumi, tonico e raggiante, il pugno alzato, il salto sul podio. Il campione dei sette Mondiali, il fenomeno che ha regalato 5 anni filati di gioie rosso Ferrari. Fine carriera nel 2012, 307 Gp, 91 vittorie", ha scritto il milanese. 

In conclusione, il giornalista ha voluto raccontare un piccolo aneddoto: "L'ultimo ricordo è personale, risale a pochi mesi prima dell’incidente. Lui, ormai un ex, sulla pista campana di Sarno ad assistere Mick in corsa sui kart. Era severo, attento, non so sino a che punto pronto ad accogliere un capitolo nuovo della propria vita. Aveva attraversato un inferno velocistico e adesso poteva imparare una pace dopo tanta guerra. Così pare una enormità pensarlo costretto in un limbo impenetrabile, in un castigo crudele, inflitto fuori tempo".

Foto copertina x.com

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