Terruzzi nota: «Schumacher e Alesi fanno notizia, i campioni di oggi...»
02/01/2024 12:45:00 Tempo di lettura: 6 minuti

Giorgio Terruzzi, noto giornalista e opinionista di Formula 1, ha voluto sottolineare come in questo periodo si parli maggiormente di Schumacher e Alesi, piuttosto che dei piloti di oggi.

Le parole di Terruzzi

Questo il suo commento sulla rivista Autosprint"Le ultime notizie del 2023 in circolo nel mondo motoristico sono legate alla malinconia per le condizioni di Schumacher, a dieci anni da quell'assurdo, devastante incidente sulla neve di Méribel, e a Jean Alesi, nel ruolo di inatteso chierichetto per la messa natalizia di mezzanotte a Milano. Due campioni di ieri, presenti per modi e ragioni diverse nel cuore degli appassionati".

"Da una parte c'è un campione ferito ma indimenticabile. Schumi, ecco. Forte e felice, il simbolo di un'epoca fortunata non solo per i tifosi Ferrari, la cui immagine resta inalterata nel tempo, nonostante il tempo, appunto, trascorso dall'ultima visione".

"Ricordarlo significa ritrovarlo com'era. E ogni volta che il pensiero torna a Michael, insieme a una struggente nostalgia, alla percezione del dolore, monta l'irrazionale speranza di un ritorno, di un recupero".

"Schumacher rimane un simbolo gioioso, talmente impresso nella memoria da risultare, nella fantasia, più forte di ogni sventura, di ogni offesa, rilanciato com'è da ciò che di lui rimane nella nostra memoria".

Terruzzi nota: «Schumacher e Alesi fanno notizia, i campioni di oggi...»

"Il testimone di un'avventura magnifica, intensa, ancora fresca, avvolto in un mistero che, inconsciamente, mantiene aperta ogni possibilità", ha scritto Terruzzi per concludere il capitolo su Schumacher.

"Poi Alesi. Che va a messa ogni anno nella chiesa vicina a casa, a Milano, che raccoglie l'invito del parroco, indossa la tunica bianca, suona le campane, sparge l'incenso durante la funzione".

"Una presenza curiosa per chi era presente e inconsapevole nella chiesa di San Francesco da Paola, pronto ovviamente a far andare il cellulare, con ovvia circolazione delle immagini in rete".

"Jean ha 59 anni, mantiene da sempre rapporti stretti con la fede anche se questo tema riguarda (riguardava) la sfera privata. Non ha propriamente il carattere del santo ma vederlo portare la croce, in chiesa, la notte di Natale, comporta qualche riflessione sia sull'imprevedibilità di questo ragazzo inossidabile, sia sull'umanità che spesso anima le persone, ciascuno di noi, chissenefrega dell'anagrafe", ha concluso sul francese.

Poi spiega il motivo di queste due citazioni illustri: "Perché cito queste due figure? Perché sono i testimonial (chiedo perdono per il termine...) della Formula 1 in un tempo silente e vuoto".

"Inverno, fine anno, motori spenti. Mentre dai campioni di oggi, in questi mesi di letargo, arrivano pochissimi cenni scontati. Certo, Verstappen che viene privato di una Mercedes perché troppo giovane secondo le regole del noleggiatore. Clamoroso, d'accordo, anche se Max svolge in questo caso il ruolo di protagonista involontario".

"Per il resto? Qualche foto sotto l'albero. Qualche messaggio di auguri. Hamilton che si lancia con il paracadute a Dubai. Poca roba, abbastanza scontata peraltro. Nulla che avvicini, riattivi, smuova una empatia, una relazione tra appassionati e campioni", ha evidenziato il giornalista, prima di proseguire con la critica analisi.

Terruzzi nota: «Schumacher e Alesi fanno notizia, i campioni di oggi...»

"Così da tempo, come se tutti 'sti ragazzi da alta velocità, terminato il Mondiale, non vedessero l'ora di farsi i fatti propri. Così, del resto anche durante la stagione di gare, con molte immagini connesse a iniziative degli sponsor, molte parole identiche a se stesse a commento di prove e gare, stop".

"Gossip inevitabile su qualche fidanzata, secondo la cultura corrente, pochissime diserzioni dal cliché. Ragazzi svegli e popolarissimi per molti versi incapaci di sorprendere, di raccontarsi e raccontare, di avvicinarsi davvero a chi li segue e li ama".

"Tutti, se possibile, un po' conformisti, un po' sfuggenti, un po' pigri nel momento in cui potrebbero e dovrebbero dare un segno, un divertimento, uno straniamento, qualcosa insomma che non rientra nella previsione. E a furia di assecondare una modalità comunicativa molto praticata ma sprovvista di dialogo, alla fine gelida, le previsioni si indeboliscono, si attenuano, terminano la corsa".

"Abbiamo eroi moderni e silenziosi, plafonati e alla fine aridi, dentro un lungo silenzio. Nel quale ritroviamo chi vicino è rimasto o rimane. Schumi, la sua sofferenza, la sua grandezza, il peso permanente di una assenza; Alesi, la sua vivacità, la sua inattesa, persistente, giocosa modalità di comunicare", ha commentato infine Terruzzi.

 

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Foto copertina www.facebook.com

Foto interna robbreport.com


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