E’ una giornata storica per l’automobilismo sportivo, una di quelle date che non si dimenticheranno facilmente: Fia e Fota, Federazione Internazionale dell’auto e Associazione dei Team Formula 1, sono giunte alla scissione definitiva. La Fia resta sulle sue posizioni, nonostante la proposta improvvisa di Mosley di far salire a 100 milioni il tetto alle spese (e non 45, ma solo per il 2010). Prima ancora di questa offerta, di questo estremo ma inutile tentativo di non perdere i team, la Fia aveva addirittura chiesto a questi di iscriversi per poi discutere successivamente modifiche alle regole (che molto probabilmente non ci sarebbero state). Il tutto dopo gli ultimi eventi, in cui Ferrari, Red Bull e Toro Rosso erano state iscritte “d’ufficio”, cioè con la forza e contro la loro esplicita volontà, mentre gli altri cinque team Fota erano iscritti con riserva. Inutile dire che tutto questo fa male, perché chi segue questo sport non vorrebbe sentir parlare di divisioni e bagarre politiche, ma solo di motori, macchine, piloti e velocità. I team definiti “ribelli”, Ferrari, McLaren, Renault, Toyota, BMW, Red Bull, Toro Rosso e BrawnGp, hanno già gettato senza possibilità di ritorno al passato le basi per il celebre mondiale alternativo, in cui ognuna di queste scuderie correrà con tre monoposto e nella piena libertà in cui hanno sempre sperato e creduto. A uscirne massacrata è proprio la Formula 1, che subirà una modifica d’immagine radicale e, da un anno all’altro, avrà perso completamente tutti i Costruttori acquisendo le caratteristiche di un campionato monomarca, con una buona parte di team (i tanti nuovi arrivati) che dovrà partire quasi da zero quanto a esperienza nella massima categoria. Sessant’anni esatti di storia vengono azzerati proprio a Silverstone, dove comunque non si correrà dall’anno prossimo (si gareggerà a Donington), dove nel 1950 vedeva la luce la Formula più alta, a pochi anni dagli orrori della guerra, nel contesto di un mondo che voleva voltare pagina. Di fronte a questo passa in secondo piano anche la formidabile prestazione delle Red Bull, che hanno segnato ottimi tempi in virtù delle ulteriori modifiche apportate alla monoposto, oggi nelle prove libere inglesi. Qualcuno parla di dimissioni di Mosley in vista, volendo mettere ancora più carne al fuoco di quanta non ce ne sia già adesso, ma anche questo passa in secondo piano. Conta solo la meraviglia e la rassegnazione di chi avrebbe voluto uno sport come questo unito e ragionevolmente bello, variegato come un tempo e capace di emozionare e creare vetture straordinarie anche tenendo conto della crisi economica, incontrando di nuovo un fiorente passato alla luce del prossimo futuro. Se per avere tutto ciò bisognava attendere questo nuovo mondiale alternativo, che ben venga la Fota. Almeno qui, si spera, senza politica ma solo con lo spirito onesto della vera competizione e dell’autentico spettacolo.
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