Sono ormai passati 30 anni da quell'incidente a Imola che è costato la vita ad Ayrton Senna. E da 30 anni, il 1 Maggio è un giorno dedicato al suo ricordo, tra foto, video, testimonianze, pensieri. Quando arriva questa giornata, però, io ho sempre una sensazione strana, un misto tra rispetto e malinconia, perchè io Ayrton (come tutti i nati dal 1994 a questa parte) non lo ho mai conosciuto. Io non posso dire che "ricordo" le sue gesta dentro e fuori dalla pista: per me sono clip sgranate con commenti in microfoni gracchianti. E so che non sono l'unica a rimpiangere di non averlo mai visto, perchè in occasione dell'ultima tappa del WEC centinaia di giovani si sono alzati sugli spalti per applaudire Senna. Quindi, perchè anche noi, nuove generazioni, quando andiamo a Imola, quando vediamo le sue imprese, quando sentiamo le sue storie, restiamo in silenzio, con un vuoto allo stomaco?
Forse perchè lui era "una brava persona", come direbbero gli anziani del paese. E si sa che quando persone del genere se ne vanno tutte le rimpiangono. Forse perchè era un fuoriclasse, di quelli che si vedono una volta ogni vent'anni, che suscitava ammirazione per quello che sapeva fare. Sarà forse perchè di lui ci parlano i nostri genitori, nonni o parenti vari, e il pilota così un collante di generazione in generazione, un ricordo di famiglia prima che sportivo.
O forse, la mia ipotesi più accreditata, perchè lui "viveva di passione", la stessa che spinge ancora oggi giovani di tutto il mondo negli autodromi, a stare alzati la notte o svegliarsi al mattino presto per una gara, a esultare per una vittoria o lamentarsi per una sconfitta. Perchè quando portava la Toleman davanti a tutti a Monaco sotto la pioggia battente, quando usciva con le mani segnate per aver usato troppe volte il cambio, quando vinceva bloccato in sesta marcia o quando si fermava a soccorrere un altro pilota ci parlava della vita. Parlava di un amore così grande che si vuole sentire ancora e ancora, mostrava come superare le difficoltà, nonostante tutto ci remi contro, spinti da quell'amore. Portava l'essere umano in pista, in un luogo dorato in cui la gente sembrava irraggiungibile.
La risposta la continuerò a cercare. Nel frattempo grazie Ayrton, per essere un po' di tutto quanto si è detto sopra. La tua memoria non sarà dimenticata.
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