Da Fangio a Verstappen, i 20 migliori piloti secondo il Daily Mail: Hamilton non prende l'oro
Il Daily Mail ha stilato la classifica dei venti piloti migliori nella storia della Formula. Da Fangio a Verstappen passando per Senna, Prost e Lauda, con Schumacher solo quarto, scopriamo chi si è aggiudicato il gradino più alto del podio

09/05/2024 15:30:00 Tempo di lettura: 16 minuti

In qualsiasi sport, scegliere il migliore di sempre, il GOAT, non è mai una cosa facile, ma nel motorsport è praticamente impossibile perché i tempi cambiano, cambiano le tecnologie, e i ricordi a volte ci giocano dei brutti scherzi legando un certo nome alla nostalgia dei tempi passati.

Il Daily Mail ha provato a stilare una classifica di tutti i tempi dei venti migliori piloti che si sono messi al volante di una Formula 1. Con un certo stupore, la medaglia d'oro non è andata a nessun pilota dell'era moderna. 

La top 20 dei piloti di Formula 1

20. Nigel Mansell

Da Fangio a Verstappen, i 20 migliori piloti secondo il Daily Mail: Hamilton non prende l''oro

Foto interna twitter.com

Esistono tanti altri piloti amati così tanto dal pubblico britannico? La sua carriera in Formula 1 non è stata per nulla facile. Nel 1986 Il suo pneumatico si ruppe crudelmente nella gara decisiva di Adelaide, poi fu battuto per il titolo da Nelson Piquet nel 1987, prima di trionfare finalmente nel 1992 all'età di 39 anni, anche se aiutato da una brillante Williams progettata da Adrian Newey.

Alla Ferrari fu battezzato Il Leone. L'immagine più evidente dei suoi anni di gloria è la folla che si riversa sull'asfalto di Silverstone per acclamarlo: La Mansell-mania in azione.

19. Mario Andretti

Andretti nella sua carriera ha vinto tanto su entrambe le sponde dell'Atlantico. Quando approdò in Europa aveva già vinto la 500 miglia di Indianapolis e Daytona. Era affascinante e cortese, ma non per questo poco competitivo. Rappresentava l'emblema del sogno americano. Nato a Trieste approda negli USA nel 1955, durante la sua carriera vinse il campionato del mondo del 1978 con la Lotus.

18. Nelson Piquet

Un vero e proprio maestro nel far lavorare l'intera squadra intorno a lui, eccelle sotto la guida di Bernie Ecclestone alla Brabham e, grazie anche al leggendario capo progettista Gordon Murray vince due dei suoi tre titoli mondiali proprio con la squadra britannica. Passato alla Williams ebbe la meglio poi su Mansell, con il quale ebbe molti battibecchi, fino a sfiorare la rissa.

17. Sir. Jack Brabham

Un personaggio reticente, a volte truculento, eppure un vero e proprio re dello sport australiano. Brabham rimane l'unico uomo ad aver vinto il titolo mondiale per una squadra che porta il suo nome. All'epoca aveva 40 anni e conquistò il terzo successo in un campionato. Ha corso fino all'età di 44 anni, è poi morto nel 2014. Lui è stato l'ultimo campione degli anni Cinquanta ad andarsene.

16. Nico Rosberg

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Il tedesco è il primo pilota dell' ERA MODERNA ad entrare in questa classifica. Rosberg sarà ricordato per essere stato colui che è riuscito a battere Lewis Hamilton con la stessa vettura, oltre per il fatto di essere diventato un suo ex amico dopo quanto accaduto in pista e fuori. Nel 2016 le ha provate tutte per primeggiare contro il britannico, ha anche smesso in estate di pedalare così da perdere oltre un chilo di muscoli nelle gambe, strategia che sembrerebbe averlo ripagato con la pole position in Giappone ottenuta per un centesimo di secondo. Nico si è poi ritirato una volta conquistato il suo titolo del mondo con la Mercedes perché cosciente di non poter ripetere l'impresa.

15. James Hunt

La sua lotta sportiva con Niki Lauda ha ispirato diversi film. Un momento della sua carriera che tutti ricorderanno per sempre è quando, dimostrando un immenso coraggio, vinse il campionato del mondo del 1976 guidando attraverso accecanti scrosci di pioggia sul circuito del Fuji, proprio durante lo scontro con l'austriaco.

Il suo stile di vita però non gli permetteva di concentrarsi a pieno sulla carriera sportiva, anche se in quel brevissimo periodo che ci riuscì, fu il migliore della griglia dell'epoca. Morì troppo giovane, a 45 anni, per un attacco di cuore nella sua casa di Wimbledon, portando con sé uno spirito cavalleresco ma lasciando un'impronta indelebile.

14. Sebastian Vettel

Un brillante pilota di punta che fece la sua fortuna alla Red Bull quando dal 2010 vinse i suoi quattro mondiali consecutivamente. Quando la Ferrari bussò alla sua porta riuscì a strapparlo dalla scuderia di Milton Keynes pagandogli uno stipendio da 50 milioni di sterline l'anno. Gli anni in rosso purtroppo non sono stati come da lui immaginati e non è mai riuscito ad ottenere un mondiale con il Cavallino. Le occasioni non sono mancate, soprattutto nel 2017 e nel 2018, ma la lotta con Lewis Hamilton lo ha portato a commettere molti errori, sprecando così le sue chance. 

Lasciata Maranello e l'Italia ha poi completato due stagioni in Inghilterra con i colori dell'Aston Martin prima di ritirarsi definitivamente dalle corse. Nell'ultimo periodo però il suo nome è stato collegato a diverse scuderie che in futuro arriveranno in categoria. Che la sua carriera non sia ancora terminata?

13. Graham Hill

Unico pilota nella storia ad aver vinto la tripla corona: Monaco, Le Mans e la 500 miglia di Indianapolis è stato uno dei personaggi più noti degli anni sessanta. Sebbene sia stato a lungo nell'ombra di Jim Clark, vinse due titoli e fu conosciuto come Mr Monaco per le sue cinque vittorie nel principato.

12. Niki Lauda

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Un eroe dello sport, riconoscibile per le cicatrici riportate nell'incendio del Nurburgring nel 1976. Si dovette sottoporre ad un intervento che gli tolse la pelle dalla coscia per permettergli di ricostruirgli il viso. Solamente sei settimane dopo questo grave incidente tornò a Monza con la sua Ferrari, con ancora le ferite fresche e mentre piangeva dal dolore per infilarsi il passamontagna.

Tre volte campione del mondo, capì che il successo non dipendeva solo dalle sue capacità di pilota, ma anche dal fatto di far funzionare la squadra per lui. In seguito, è stato un decisivo presidente esecutivo della Mercedes durante gli anni di gloria di Hamilton. È poi morto all'età di 70 anni per insufficienza polmonare.

11. Alberto Ascari

Accese la passione dell'automobilismo italiano nel secondo dopoguerra e fu il primo campione del mondo della Ferrari nel 1952 per poi fare il bis nel 1953 in entrambi i casi dominando. Nel 1955 Ascari si schiantò nel porto di Monaco mentre lottava per il primato e morì una settimana dopo a Monza. Fangio disse: "Ho perso il mio più grande avversario".

10. Fernando Alonso

Da Fangio a Verstappen, i 20 migliori piloti secondo il Daily Mail: Hamilton non prende l''oro

Fernando Alonso è un pilota costante che tutt'ora è in attività. Continua infatti a lavorare con il team Aston Martin all'età di quarantadue anni cambiando la percezione del possibile nell'era moderna. Nel suo palmares ha due titoli mondiali, l'ultimo però conquistato quasi vent'anni fa. Un ricordo particolare della sua carriera, non legato però alla Formula 1, è stato il suo debutto alla 500 miglia di Indianapolis. Tutti i piloti americani lo guardavano sbalorditi e avrebbe pure vinto, se il motore Honda non fosse esploso.

9. Jim Clark 

La sua morte a Hockenheim, durante una gara di F2 nel 1968, ha scosso le fondamenta di questo sport, poiché, come Ayrton Senna una generazione più tardi, sembrava invulnerabile e talmente veloce da intimorire i suoi colleghi.

La sua vittoria nel Gran Premio del Belgio del 1963, sotto una pioggia battente, non ha nulla da invidiare a nessun'altra gara degli annali. Su un percorso di otto miglia, tra case coloniche, muri, tralicci e alberi, doppiò l'intera griglia.

8. Sir Jackie Stewart

Una figura straordinaria nella storia dell'automobilismo. In un'epoca dove la morte era dietro ad ogni curva lui riusciva sempre ad estraniarsi e a concentrarsi prima di iniziare una gara, chiamava questa tecnica "gestione della mente". È stato uno di quelli che si sono battuti caparbiamente per migliorare la sicurezza. Se avesse lasciato perdere la questione sarebbe stato un campione più popolare, ma forse morto.

Attualmente è un anziano statista che vanta anche la partecipazione all'ottantesimo compleanno della defunta Regina Elisabetta seconda d'Inghilterra.

7. Alain Prost

Guardare "il professore" mentre era al volante voleva dire assistere ad una guida calma e che per fare le curve bastava solamente un minimo angolo di sterzo. Stewart affermava che Prost era migliore di Senna, soprattutto per essere meno brutale al volante e per non guidare sempre al limite. 

Ecclestone lo considerava il miglior pilota che avesse mai visto fino all'arrivo di Max Verstappen. Il quarto titolo gli fu negato quando Senna lo tamponò a Suzuka nel 1991, ma che non gli fu tolto quando guidò la Williams nel 1993, all'età di 38 anni.

6. Sir Stirling Moss

Per il pubblico televisivo mondiale fu lo sportivo più famoso al mondo prima che Muhammad Ali iniziasse a combattere. Non è mai stato campione del mondo, ma lo sarebbe stato se il suo profondo senso di sportività non glielo avesse impedito, quando si adoperò per il reintegro di Mike Hawthorn in Portogallo. L'appello fu accolto e Hawthorn divenne il primo britannico a vincere il titolo, nel 1958 staccando proprio Moss per un solo punto.

Dopo il ritiro di Fangio nel 1958 e l'incidente che gli mise fine alla carriera nel 1962, Moss fu il miglior esponente della F1 al mondo, nonché il miglior pilota a tutto tondo in assoluto. Fino alla sua morte rimase sinonimo di un certo stile inglese.

5. Max Verstappen

Da Fangio a Verstappen, i 20 migliori piloti secondo il Daily Mail: Hamilton non prende l''oro

Senza dubbio il più grande pilota della griglia attuale. Certo la Red Bull in queste ultime stagioni sta volando, ma anche altre vetture nella storia di questo sport sono state dominanti, eppure nessuno è riuscito a ottenere dieci vittorie consecutive come fatto da lui la passata stagione.

È nato con i geni giusti: sua madre, Sophie Kumpen, era una star del kart; suo padre, Jos, ha un pedigree da F1. È stato quindi allenato imparando i trucchi e le regole del karting. È la perfetta fusione di natura e cultura. Brutalmente duro in pista quando ne ha bisogno, è in grado di evocare una velocità accecante con un colpo di pedale. Quando la sua carriera sarà terminata, il suo nome potrebbe essere in testa a tutti gli altri.

4. Michael Schumacher

Durante la sua carriera in Formula 1 ha quasi ucciso questo sport. Arrivato dalla Benetton, dopo aver vinto già due titoli mondiali, si trasferì a Maranello dove vinse altri cinque campionati diventando l'idolo dei Tifosi. Era amato dalla sua squadra, dal primo fino all'ultimo dei meccanici, nonostante la fama di freddezza teutonica che dimostrò lottando con il fratello Ralf per vincere il Gran Premio di San Marino del 2003, a poche ore dalla morte della madre.

Veloce come un fulmine, in forma smagliante, non dava tregua. Poteva spingersi al di là del limite, come fatto nel caso di Damon Hill e Jacques Villeneuve nelle gare decisive per il titolo, o quando parcheggiò la sua auto a Monaco nel 2006 per rovinare l'ultimo giro di qualifica di Alonso.

3. Ayrton Senna

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Una leggenda della Formula 1 che questo mese ha celebrato il trentesimo anno della sua prematura scomparsa a Imola. Molti lo acclamano come il più grande di tutti i tempi, perché c'era la sua aura oltre alla sua abilità. Questa combinazione, unita alla rivalità con Prost che ha segnato la carriera di entrambi, ha fatto sì che la sua città natale, San Paolo, si riversasse a milioni per le strade in occasione dell'ultimo viaggio terreno del brasiliano.

Ferocemente competitivo, ha dato vita a prodezze che sfidavano la logica. Il suo giro di apertura sul bagnato a Donington nel 1993, passando dalla quinta alla prima posizione, è stato ipnotico. Forse un solo giro può essere considerato migliore: quello delle qualifiche a Monaco nel 1988, quando disse di aver guidato come se non fosse cosciente.

2. Lewis Hamilton

Sette volte campione del mondo, ancora in atività, e che a fine anno lascerà la Mercedes per realizzare il sogno di una vita: correre in Ferrari. I secondi iniziali della sua carriera a Melbourne sono stati forieri delle meraviglie che sarebbero venute, quando superò il campione del mondo Alonso, all'ora suo compagno di squadra alla McLaren.

La sua vittoria più importante è arrivata sul bagnato a Silverstone nel 2008, quando ha chiuso con un minuto di vantaggio, come un anfibio. Un titolo con il Cavallino Rampante lo renderebbe il più grande di tutti, andando anche a superare Michael Schumacher come numero di titoli iridati. La sfida però non sarà semplice visto la presenza di Max Verstappen e della Red Bull sulla griglia di partenza.

1. Juan Manuel Fangio

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L'argentino ha ottenuto più riconoscimenti per la brillantezza della sua guida di chiunque altro nella storia della Formula Uno. Persino Hamilton lo chiama "OG", ovvero l'Original Gangster. Stewart è sicuro che fosse il migliore. E, per quanto riguarda il suo contemporaneo Moss, lo considera al di là di ogni paragone.

Cinque volte campione del mondo con quattro squadre diverse, questa è sicuramente un'altra testimonianza della sua grandezza che sicuramente non sarà mai eclissata. Ha vinto 24 volte, un numero quasi modesto per gli standard moderni, ma lo ha fatto in soli 51 gran premi. Si tratta di una percentuale di successi del 47%.

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