Imola 1982, Villeneuve contro Pironi: il «tradimento» in casa Ferrari
10/05/2024 07:30:00 Tempo di lettura: 5 minuti

Il 25 aprile del 1982 si corre il secondo Gran Premio di San Marino di sempre, e non sarà uno qualunque: sarà quello del grande tradimento in casa Ferrari, della lotta tra Villeneuve e Pironi che avrà tragiche conseguenze.

Villeneuve-Pironi: la rivalità

Tra i due all'inizio nasce una bell'amicizia, che poi sfocerà in un forte desiderio di prevalere sull'altro, secondo il principio più popolare in Formula 1: il compagno di squadra è il primo avversario.

Ebbene, quella tra Gilles Villeneuve e Didier Pironi non è una rivalità come le altre: è una tra le più drammatiche mai vissute a Maranello, se non la più drammatica di sempre.

Una rivalità che ha raggiunto il proprio culmine al GP di San Marino del 1982: riviviamo insieme la storia del "grande tradimento".

Imola '82: l'inizio della fine

Premessa: l'anno 1982 è particolare per la F1. La lotta di potere tra la FOCA (capeggiata da Bernie Ecclestone) e la FISA (presieduta da Jean Marie Balestre) ha più attenzione di quanto accade in pista.

Proprio in occasione della gara di Imola, una conseguenza della faida è la defezione delle principali scuderie d’oltre Manica dal GP di San Marino.

Insomma, in Emilia-Romagna correranno solo i cosiddetti "legalisti", schierati con Balestre: Ferrari, RenaultAlfa Romeo, Osella e Toleman.

"Poche scuderie non riusciranno a dare tanto spettacolo", si crede nell'avvicinamento al weekend. Mai sensazione fu più errata.

A dominare la qualifica sono le due vetture francesi, con Renè Arnoux in pole position ed Alain Prost schierato al suo fianco. Seguono le due Rosse, rispettivamente di Villeneuve e Pironi.

Imola 1982, Villeneuve contro Pironi: il «tradimento» in casa Ferrari

Tra i due piloti della Scuderia c'è un "gentlemen agreement", un accordo non scritto: semmai uno di loro si troverà in testa a metà gara, l'altro dovrà cedergli la vittoria.

Lo scenario in questione non si realizza fino al giro numero 44, quando il turbo della Renault di Arnoux cede all'improvviso, lasciando le due Ferrari sole al comando.

Villeneuve e Pironi lottano per qualche passaggio, a colpi di sorpassi e controsorpassi; fin quando non viene esposto un cartello con su scritto "slow" dai box. L'interesse della squadra, infatti, è quello di congelare le posizioni, come d'accordo.

In quel momento ad essere in testa è il canadese, che a quel punto si sente rassicurato e crede che la vittoria sia solo una questione di tempo.

Pironi, invece, aveva altre idee: attacca il compagno, cogliendolo di sorpresa e riconquistando la leadership della gara.

Gilles è convinto che si tratti solo di un gioco, di puro divertimento, ma si sbaglia di grosso: il francese resiste di forza all'assalto, prendendosi la vittoria e tradendo il patto prestabilito.

La delusione di Villeneuve è palpabile, il pilota è ferito nell'anima: Adesso so chi è il mio compagno di squadra…”, dirà dopo aver tagliato il traguardo ed essere salito sul podio a fatica.

Non sarà difeso da Enzo Ferrari, nonostante il debole che il Drake aveva per lui: ha vinto la Ferrari (aveva fatto doppietta, per essere precisi), questo è l'importante agli occhi del fondatore della Scuderia.

Il mancato supporto non farà altro che peggiorare lo stato d'animo di Villeneuve, che arriverà al GP successivo - quello del Belgio - in condizioni psicologiche molto fragili.

Insomma, l'episodio di Imola è l'inizio della fine per Gilles: fine che arriverà proprio a Zolder, con un incidente mortale; ma questa è un'altra Storia (di Formula 1).

 

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