Gp Malesia - Gara
04/04/2010 Tempo di lettura: 3 minuti

Nel giorno di Pasqua Sebastian Vettel può finalmente esultare e coronare il piccolo grande sogno di concludere alla grande il terzo appuntamento stagionale nel caldo tracciato di Sepang, in Malesia. Tanto caldo, appunto, e tanta umidità: fattori che, come sempre, mettono sotto severo stress sia il fisico dei drivers che la solidità delle parti meccaniche delle monoposto. Ne sa qualcosa Fernando Alonso, lottatore totale in un gran premio difficilissimo per la Ferrari, condizionato da qualifiche grossolanamente mal interpretate. Il motore della vettura numero 8, infatti, ha ceduto a fine gara (pochi chilometri dal traguardo), dietro gli scarichi di Jenson Button. Lo spagnolo, così, ha perso due punti sicuri che gli avrebbero permesso di restare in testa al campionato nel legittimo tentativo di superare la McLaren meno rapida per chiudere in ottava posizione.

Missione semi-compiuta, invece, per l’altro ferrarista, Massa, che ha tagliato il traguardo in settima posizione, dietro Lewis Hamilton, conquistando invece punti preziosi che lo hanno proiettato in testa alla classifica iridata. Super Red Bull, dunque, come dicevamo all’inizio: anche Mark Webber è stato autore di un’ottima gara, anche se il suo compagno di squadra ha avuto una marcia in più. Ancora è presto per dire se l’affidabilità è stabilmente giunta nelle vetture progettate da Newey, ma di certo si può dire che le prestazioni continuano ad essere maiuscole e confermano ancora la superiorità di queste macchine, che sono diventate ufficialmente quelle da battere, anche per la Ferrari, la quale rimane diretta inseguitrice. Viene da chiedersi, infatti, di cosa sarebbero stati capaci Alonso e Massa se non fossero partiti tra gli ultimi ma nelle giuste posizioni.
Anche la McLaren può sorridere, nonostante tutto: partita dalle retrovie come il Cavallino, ha ottenuto la sesta piazza con Hamilton e l’ottava con Button, che ha resistito ripetutamente sia agli attacchi di Massa (che poi ha superato Jenson) sia agli attacchi di Alonso, ma in maniera più decisa e cattiva. La rottura di Fernando, però, non deve preoccupare più di tanto: il suo era un motore usato in più gare, sottoposto al caldo tremendo dei primi appuntamenti e soprattutto spremuto fino alla fine in scia (situazione pessima perché il propulsore “respira” gli scarichi caldi della vettura che precede e si avvicina facilmente a temperature da ko). L’unico dubbio, nella stupenda rimonta di Hamilton (complice il sistema che la McLaren ha ideato per mandare in stallo l’ala posteriore e perdere carico in rettilineo), è quella difesa “all’antica” nei confronti di Petrov, con più di tre cambi di direzione. Nessuna penalità per Lewis, ma solo un’ammonizione: stavolta i commissari hanno esagerato (in senso opposto). Il quarto appuntamento si correrà tra due settimane in Cina, sul circuito di Shanghai.

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