Nella gestione magistrale fatta da Carlos Sainz nel Gran Premio del Messico c'è stato anche un grande lavoro per il management degli pneumatici. Lo spagnolo si trovava in aria pulita, nella migliore posizione possibile, ma non ha voluto prendersi rischi eccessivi viste le particolari condizioni dell'aria; perciò, sin da subito si è messo a fare lift and coast. Dietro di lui, Charles Leclerc non era dello stesso parare, e cercava in tutti i modi di spingere. Di conseguenza, Bryan Bozzi gli ha ripetuto in modo quasi ossessivo di conservare le gomme, per evitare il surriscaldamento, e anche Carlos Sainz chiedeva ad Adami di non mettergli il monegasco alle calcagna.
Apriti cielo. Subito i Tifosi si sono divisi in un giorno allegro, quando si doveva festeggiare la seconda vittoria di fila. Invece, qualcuno (specialmente sui social) si è fatto venire il fegato amaro gridando al "complotto", al fatto che la Ferrari stesse "rallentando" Leclerc per "regalare" la vittoria a Sainz; insomma, che il lift and coast fosse un favore che facevano allo spagnolo per non farlo trionfare, e non frutto di un vero problema. La fisica e l'ingegneria, però, dicono altro. Per farla semplice, all'altezza a cui si trova il tracciato dedicato ai fratelli Rodriguez, l'aria è rarefatta circa del 30%, perciò è più complicato gestire le temperature; se Leclerc si fosse avvicinato troppo al compagno di squadra, avrebbe cotto la vettura a fiamma alta. Senza contare il fatto che anche Interlagos non è esattamente in pianura, ma circa a 700 metri sul livello del mare, perciò arrivare con una Power Unit già "stanca" e con i freni fritti non è il massimo.
Lo stesso Leclerc non ha nascosto la frustrazione nella richiesta di gestire il ritmo, ma ha poi capito che era per il meglio. "Mi sentivo abbastanza veloce durante il primo stint, ma dovevo fare molto management delle temperature[...]. Certo, vedevo Carlos davanti e subito si pensavo alla vittoria. Mi sentivo bene in quel momento, ma poi ho capito che sarebbe stato più difficile del previsto con il management; non avrei comunque avuto il ritmo per battere Carlos", ha detto in conferenza stampa.
Della stessa questione ha parlato anche Carlos Sainz, sottolineando come certi interventi in radio vengano dalla foga del momento, dalle emozioni in corpo. Senza contare che ognuno vuole vincere in ogni momento, con ogni mezzo: "Nel momento clou della battaglia ho detto la mia prospettiva in radio. Essere primi e secondi era uno sogno, esattamente come volevo essere dopo la prima curva. L'obiettivo era quindi tenere il ritmo prefissato e non consumare troppo le gomme. Ho espresso il mio parere, ma capisco anche perché Charles dietro cercava di spingermi, perché quando sei in seconda posizione vuoi comunque vincere. Sono situazioni normali in gara, quando sei pieno di adrenalina". Lo spagnolo ha spiegato poi anche le difficoltà avute con il suo misfire, che sottolinea ancora i problemi dell'aria messicana: "Un episodio isolato, l'unico che ho avuto è stato in uscita di curva 3. Avevo preso un cordolo, ho cambiato marcia e ho sentito un misfire e mi sono spaventato; a dire il vero li abbiamo avuti in tutto il weekend, ma sappiamo che è dovuto all'altitudine e alla mappatura".
La gestione dei compagni di squadra in Formula 1 è una delle cose più difficili, perchè se c'è qualcuno che si vuole battere è proprio la persona con cui si condivide il garage. Anche per un pilota è lo scenario peggiore, ma allo stesso tempo una lotta a cui non si sottrae mai. Se la squadra non chiede cambi, nessuno pensa minimamente ad altri Campionati se non al proprio interesse, come è giusto che sia. E se Leclerc dovesse arrivare a -10 da Verstappen a fine anno, la Ferrari deve recriminare scelte fatte altrove.
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