Beppe Gabbiani, una vita di corsa
22/11/2024 18:00:00 Tempo di lettura: 5 minuti

Non dobbiamo commettere l'errore di guardare i numeri, di fronte all'essenza di certe storie. Ciò che è stato raro non sempre è stato fugace, meno che mai episodico, se ogni volta che si pronuncia un nome riemerge tutto un passato a suo modo epico. Ci sono madeleine che profumano di benzina. 

Se dici Beppe Gabbiani, allora, è subito automobilismo di confine, di quando realtà artigianali ancora potevano convivere con un mondo che si avviava a diventare sofisticato. Di un'epoca in cui essendo ricchi di famiglia si poteva iniziare più facilmente, ma proprio per questo tanti privilegiati duravano poco più di qualche giro. 

Nato a Piacenza, nel ventre tiepido della Bassa Padana, figlio di un industriale, sin dagli esordi con i kart Gabbiani aveva mostrato un'indole di guida, più che uno stile: quella di uno che sembra inseguire se stesso, prima ancora di gareggiare contro gli avversari. 

Classe 1957, venuto alla luce il secondo giorno di gennaio, non poteva che essere sin dalle prime tornate uno fatto per ricominciare ogni volta, all'occorrenza, come un nuovo anno che ha tutti i giri da percorrere. Beppe li percorreva a modo proprio, sempre con un centesimo di secondo in meno da consumare sotto qualche staccata. Se c'era da pagare il pegno di qualche testacoda, a lui faceva quasi piacere. In quel "quasi", tutte le possibilità che il suo talento avrebbe meritato, se la sua irruenza avesse accettato di portare le briglie. 

Ragazzino che aveva avuto i mezzi, per cominciare; per proseguire dimostrò che il mondo delle corse era quello al quale meritava di appartenere. Di tutte le corse, perché dai kart, alla Formula Italia, poi la Formula Tre, quindi la Formula Due, ogni passaggio fu naturale, con quella naturalezza per la quale non c'entravano più niente i soldi di papà: chi gli affidava un volante, sapeva cosa aspettarsi. Anche cosa rimproverargli, con cadenza quasi regolare, ma con "Cavallo pazzo" valeva la pena correre il rischio. Lui, per come interpretava il giro secco, ne avrebbe corsi certamente di più. 

Quel soprannome ancora oggi potrebbe esporlo in bacheca: nel 1977, sul circuito di Varano, Formula Tre, dopo una partenza aggressiva sotto la pioggia Gabbiani entra in collisione con De Cesaris. Un signore dagli occhiali scuri rivede in quella irruenza lo stile dei suoi compagni di un tempo: - Questi ragazzi spingono, soprattutto il cavallo pazzo piacentino -. Così sentenziò Enzo Ferrari.

Beppe Gabbiani, una vita di corsa

La Formula Uno che può raccontare, è stata certamente poca, rispetto a quella che avrebbe meritato. La prima occasione con la Surtees, nel 1978, in sostituzione di Vittorio Brambilla, dopo l'infortunio del Gorilla al via, tragico, del Gran Premio di Monza del '78. Monoposto obsoleta e due qualifiche mancate. 

Torna in Formula Due con la March e il "manico" lo notano tutti, di nuovo; notano anche che gli ordini di scuderia non possono valere per un Cavallo pazzo. Se la March non gli rinnova il contratto, Minardi e Maurer gli consentono di mostrare di nuovo il suo valore, di conseguenza è di nuovo il tempo di una chance in Formula Uno, stavolta con la Osella, nel 1981. Qualche acuto, quando la macchina lo consente.

Beppe Gabbiani, una vita di corsa

Il 1981 lo vede anche debuttare alla "24 Ore" di Le Mans con il team Martini Racing su una Lancia 67 e condividendo la vettura con Emanuele Pirro e Riccardo Patrese, dopo la "24 Ore" di Daytona con Michele Alboreto e Piercarlo Ghinzani e la "6 Ore" di Watkins Glen.

Protagonista, tra vittorie e duelli memorabili, in Formula Due nel 1982 e nel 1983, con Maurer Motorsport e Onyx Racing; nel frattempo Endurance, Sport - Prototipi, poi anche qualche pausa, quindi la Formula 3000 e le auto da turismo. Tutto, pur di correre. Fino al 2011. 

Uno che corre così a lungo, di correre non smette mai. Beppe Gabbiani, il Cavallo pazzo di Piacenza, in cuor suo non ha ancora smesso.

Foto copertina x.com

Foto interna x.com

Leggi anche: Silverstone '79, l'ultima gioia di Clay

Leggi anche: Gilles Villeneuve - Gli eroi son tutti giovani e belli


Tag
gabbiani | storief1 |