Gli uomini della Ferrari non ne avevano fatto mistero: il GP del Brasile sarebbe stato poco favorevole alla SF-24. A San Paolo, date le caratteristiche del tracciato, sarebbe stato necessario correre in difesa, trarre il massimo e limitare i danni in classifica costruttori dalla McLaren, più in palla al José Carlos Pace. Il tutto, di fatto, ha trovato conferma dopo la tre giorni di Interlagos, prestazionalmente poco esaltante per la Scuderia, alle prese con una SF-24 che, dal venerdì, è sempre apparsa in affanno.
La compagine italiana, insomma, non ha lasciato il Brasile col sorriso, specie dopo che si è rivelata la quarta forza in campo, con una vettura lenta, nervosa (forse per scelte di set-up) e in difficoltà nella gestione gomme. Un quadro in cui la Rossa, malgrado tutto, è riuscita a issarsi, a causa di fortunati episodi, davanti alla McLaren, salvando il bilancio in classifica costruttori, dove ha perso solo due punti con un gap, ad oggi, è di soli 36 punti. A fine novembre, dunque, la Ferrari è ancora in lotta per obiettivi neppure immaginabili mesi fa , forte di piste favorevoli per provare l'attacco al team di Woking, lottando per la possibile impresa di riportare a casa il titolo costruttori.
Un cammino che, inevitabilmente, passerà anche per l'imminente GP di Las Vegas in cui, sulla carta, la Scuderia dovrebbe ben figurare e ridurre le distanze dai rivali inglesi, almeno stando a quanto visto lo scorso anno (dove la vittoria in Nevada mancò solo per episodi), con il team di Maranello che si mostrò a suo agio sulla Strip. Un cauto ottimismo che è emerso anche dalle parole di Fred Vasseur che, pur mantenendo i piedi a terra, non ha fatto mistero di come l'obiettivo dei suoi uomini sia lasciare la capitale del gioco d'azzardo con un gap ridotto dai rivali papaya.
Una missione possibile solo se a Maranello verrà svolta una preparazione ottimale del weekend al simulatore e che, in una intervista a Motorsport.com, è stato svelato da Eric Van der Veen, ingegnere della GeS che lavora al simulatore seguendo le sessioni dei piloti in preparazione dei GP. Il tecnico olandese, in primis, ha spiegato le insidie di Las Vegas.
“Las Vegas è una di quelle piste che sembra facile se si guarda il tracciato, ma è in realtà molto insidiosa. [...] Le grandi zone di frenata devono essere affrontate in maniera perfetta [...], il che richiede alta downforce per dare al pilota la confidenza per frenare, percorrere le curve e accelerare in uscita per affrontare i lunghi rettilinei, dove è necessario poco drag e basso carico. Nelle zone di frenata [...] il pilota deve gestire il crollo della temperatura di freni e gomme. A questo si aggiunge il fatto di correre su un circuito cittadino, dove il margine di errore è sempre ridotto al minimo”.
Una pista che, malgrado sia 'nuova' per i team, è diventata molto più conosciuta dopo i dati raccolti nel 2023 e facile da preparare, anche per i piloti, che oltre a settare la vettura e cercare i limiti, preparano anche scenari potenzialmente diversi da quelli previsti.
“Il modello di pista che usavamo l’anno scorso era basato su disegni, quest’anno abbiamo una rappresentazione completa. [...] Avendo a disposizione i dati 2023 riusciamo ad avere una previsione molto più accurata di ciò che ci aspettiamo. [...] Abbiamo potuto preparare meglio il weekend. [...] Charles e Carlos sono stati al simulatore, hanno lavorato sulla guida e sui setup [...] nonché essere preparati a condizioni diverse da quelle che ci aspettiamo. È in questi casi che il simulatore è uno strumento potente e le sessioni di preparazione davvero preziose".
Un lavoro che procede spedito anche nei weekend di gara, dove un pilota viene fatto girare al simulatore per replicare le condizioni in pista e massimizzare ogni aspetto, testando anche scenari meteo (e non solo) diversi da quelli attesi per preparare i piloti.
“Il programma del pilota al simulatore nella giornata di prove prevede [..] soprattutto l’ottimizzazione delle curve. [...] Lavoriamo principalmente su bilanciamento e stile di guida in curva. [...] Nelle sessioni in cui supportiamo il team utilizziamo i giri fatti in prova e ne riproduciamo le condizioni. In questo modo riusciamo a identificare i punti di forza e debolezza, cerchiamo di migliorare la performance e forniamo questo feedback al team in pista, che potrà lavorare sugli assetti. Utilizziamo queste sessioni anche per capire cosa aspettarci nel caso in cui le condizioni metereologiche cambino durante il weekend [...] per dire ai piloti cosa aspettarsi, [...] ancor prima di scendere in pista”.
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