Il rompipaddock - I simpaticoni
17/03/2025 07:15:00 Tempo di lettura: 7 minuti

Trarre delle conclusioni dopo un solo Gran Premio, peraltro disputato in condizioni variabili, non è cosa semplice come invece avvenuto in passato, dove la gara iniziale dava delle indicazioni su come si sarebbe evoluta la classifica almeno sino al rientro in Europa.

Eppure, qualche riflessione si può già fare, partendo ad esempio dallo stato di grazia della McLaren (già pronosticato durante le prime prove) e di Norris (per entrambi voto 10).  Lando in particolare merita una lode perché, oltre al successo, alla pole position e al giro veloce in gara, si è dovuto guardare le spalle da due clienti scomodi come Verstappen (all’inizio e alla fine) e il compagno di squadra.

Piastri (3) è la macchia nel week-end della scuderia di Woking. Dopo essere stato passato in partenza, si è riportato sotto la prima posizione tanto da sembrare in grado di scipparla a Norris. Peccato che l’umiltà non sia di casa (ho sbagliato un solo giro, dirà), perché, poco dopo avergli intimato – via box – di darsi una mossa ne ha combinata una delle sue rischiando di insabbiarsi per poi riuscirci definitivamente alle prime gocce di pioggia. Morale della favola: pensa prima di parlare.

MVP della giornata è stato senza dubbio Max Verstappen (10 e lode). Fino a quando le gomme gliel’hanno consentito ha condotto la gara in un’inspiegabile seconda posizione. La sua guida è stata poi aiutata dalle variabili atmosferiche a riportarsi negli scarichi della McLaren, finendo a meno di un secondo dal gradino più alto del podio. Tutto questo mentre il suo nuovo compagno di squadra (Lawson, voto 2) si smaltava contro le barriere dopo una gara passata in compagnia delle catastrofiche Haas (voto 1 a tutti, soprattutto agli strateghi dei box).

Russell (9), fedele alla filosofia dello starsene lontano dai guai, completa il podio con una Mercedes apparsa comunque in buona forma, confermata anche dal risultato dall’altro fenomeno della giornata. In questo caso ci riempie il cuore sapere che la stella di Andrea Kimi Antonelli (10 e lode) è di quelle che brillano di luce propria. Migliore tra i tanti debuttanti della giornata, è stato in grado di risalire dalla sedicesima alla quarta posizione, non senza aver rischiato grosso con un testacoda che avrebbe potuto metterlo fuori gioco. È vero che la fortuna aiuta gli audaci (e comunque senza non si va da nessuna parte, chiedere ad Alesi), ma tra i meriti di Antonelli c’è stato quello, non di poco conto, di non aver ceduto mentalmente dopo una pessima qualifica e un inizio gara complicato. Applausi a lui e applausi anche ad Albon (8), in grado di far rivivere alla Williams un inizio di stagione come non capitava da tempo. Molto meglio dello “stupido” (così l’ha definito Max) Sainz (voto 1), uscito alla prima curva.

Sesto un ottimo Stroll (8), bravo ad approfittare delle safety car; anche in questo caso il paragone con il nervoso compagno di squadra (Alonso, 4) è impietoso, mentre settimo è finito il sempre eccellente Hulkenberg (9), soprattutto immaginando a quello che avrebbero potuto combinare i precedenti “scudieri” al suo posto.

Arriviamo verso la fine dell’articolo e non abbiamo ancora parlato di Ferrari (voto 3). Non preoccupatevi (o forse sì), perché ora analizzeremo gli imbarazzanti risultati di Leclerc (4) e Hamilton (5, un punto in più perché è un neoassunto e deve ancora imparare il mestiere). Il Gran Premio d’Australia è stato a dir poco infelice, ma oltre alle prestazioni (che in condizioni normali avrebbero collocato le Rosse dietro a McLaren, Verstappen e forse anche Mercedes), sono state le dichiarazioni che hanno accompagnato la squadra sino allo spegnimento delle luci rosse a far innervosire i tifosi.

I proclami, fino allo scorso venerdì, erano quelli di vincere il campionato. Dopo il turno di prove libere Leclerc insisteva che il suo obbiettivo era di centrare la pole position (risultato: settimo a otto decimi dal primo). Dopo le prove ancora si parlava di assetto che avrebbe dovuto favorire la Ferrari in configurazione da pioggia.

La verità è che, a parte una buona partenza, Leclerc non è mai stato in grado di avvicinarsi a Russell ed Hamilton ha sudato le famose sette camicie per avere la meglio di Albon. L’unica cosa da fare, quando alla fine è arrivata la pioggia, era poi quella di seguire le orme della Red Bull, visto che non ne sbaglia una da una decina d’anni a questa parte.

Bene, entrambi i piloti sono stati gli ultimi ad effettuare il pit-stop finendo in fondo alla zona punti. Confusione totale su tutti i fronti e un inizio che fa partire già col piede sbagliato la rincorsa agli allori (se veramente dovesse essere questo il target stagionale). Perché un conto è uscire di scena come Piastri, che ha la macchina migliore e nelle prossime domeniche potrà sicuramente rifarsi dell’errore, un conto è dover fare i miracoli (come temiamo dovranno tentare i due piloti) per agguantare quei cinque successi che rappresentano il minimo sindacale per eguagliare il bottino dello scorso anno, quando nessuno parlava di vittoria.

Un’ultima parola sugli altri debuttanti: tolto Antonelli, solo Bearman ha tagliato il traguardo, ma la sua pretazione è stata affossata dalla Haas. Hadjar ha fatto 10 metri, Doohan 20, Bortoleto qualcuno in più, ma alla fine sono tutti usciti per errori di guida.

 

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Foto copertina www.ferrari.com

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