Montecarlo, il gioiello della Formula 1 che non può scomparire
Montecarlo è più di un circuito: è un'icona della Formula 1, un luogo dove la storia, il rischio e l'eleganza si intrecciano. Tra curve strettissime e strategie estreme, il GP di Monaco resta una sfida unica e imprescindibile. Perché rinunciare a questo?

25/05/2025 09:00:00 Tempo di lettura: 5 minuti

Montecarlo è un contesto unico, un luogo che va oltre il celebre Casinò. È un palcoscenico dove si incontrano atleti e personalità di spicco, attratti da un ambiente quasi surreale. Non è solo l'atmosfera del circuito a renderlo speciale, ma anche il tracciato stesso, un emblema di straordinarietà. Nel corso degli anni, si è spesso discusso se mantenere il Gran Premio di Monaco nel calendario della Formula 1.

Alcuni sostengono che le gare a Montecarlo siano monotone, complice il fatto che le auto moderne sono troppo ingombranti per consentire sorpassi spettacolari sulle strette strade del Principato. Di conseguenza, le competizioni sono talvolta descritte come statiche, con lunghe file di vetture e pochi colpi di scena.

Ma la questione è davvero così semplice?

La risposta è: dipende. Dipende da cosa si cerca e dagli obiettivi che si vogliono perseguire. Il circuito di Monaco non solo fa parte della storia della Formula 1, essendo presente fin dagli inizi del Campionato Mondiale, ma appartiene anche alla categoria dei circuiti cittadini. Questi ultimi sono integrati nel tessuto urbano, con spazi troppo ristretti per simulare tracciati ampi come Monza, Silverstone o Spa.

Tuttavia, Montecarlo offre qualcosa di unico e inimitabile rispetto agli altri circuiti del calendario. La tendenza odierna sembra volgere verso i circuiti cittadini; basti pensare a eventi come Las Vegas, Miami o alla possibile aggiunta di Madrid. Perché allora privarsi di Montecarlo? Nessuno dei circuiti menzionati possiede il fascino intrinseco e il layout caratteristico di Monaco.

Montecarlo, il gioiello della Formula 1 che non può scomparire

Tortuoso, stretto e spietato: il minimo errore può portarti contro le barriere, rischiando di compromettere l’auto. È proprio questo a mettere in luce il lato più audace dei piloti. Rischiare fino al limite, come ha fatto Max Verstappen durante la qualifica del 2023, è parte della bellezza di questo circuito e l’essenza stessa della Formula 1. Su una pista così impegnativa, sbagliare la qualifica non è un errore facilmente recuperabile durante la gara, perché qui il sorpasso è praticamente inesistente.

Questo scenario richiede il massimo impegno da ogni pilota, sapendo che la qualifica rappresenta il 90% del risultato finale. Questa pressione unica rende Montecarlo un’icona intramontabile della Formula 1. La consapevolezza di non poter contare su alcun margine di errore mette i migliori venti piloti al mondo sotto notevole pressione. Alcuni gestiscono questa pressione con efficacia, mentre altri si trovano "limitati" dalla ridotta capacità di manovra. Tuttavia, proprio in questo risiede il fascino di questa disciplina: affrontare piste tecnicamente impegnative e dare il massimo per ottenere il miglior risultato possibile.

Esistono circuiti con caratteristiche diverse: alcuni offrono sfide individuali, altri trasformano ogni curva in un’opportunità per sorpassi memorabili. Questo riflette l’essenza stessa di questo sport: la varietà, ovvero la capacità di offrire un’esperienza diversificata piuttosto che uniforme e prevedibile.

Tra gli appassionati si dice: "A Montecarlo tutto può succedere".

Cosa significa? Che basta uscire al momento giusto in qualifica o che un pilota colpisca il muro nell'ultimo tentativo del Q3 per creare una griglia insolita. Questo è Monaco. In passato, quando le auto erano diverse, c’erano sicuramente più sorpassi anche qui, ma l’effetto trenino esisteva comunque. Non comprendo la decisione di imporre la doppia sosta ai box obbligatoria. Non ha senso poiché altera un weekend che ha sempre avuto un suo DNA particolare, qualcosa che non può trasformarsi in un circuito veloce dove si sorpassa facilmente.

Montecarlo, il gioiello della Formula 1 che non può scomparire

Descrivere Monaco significa parlare delle qualifiche, della ricerca costante del miglior tempo, passare vicinissimo alle barriere senza danneggiare l’auto. Si dice che i GP di Montecarlo siano monotoni e talvolta noiosi, ma immagina essere leader della gara e dover prestare attenzione a ogni giro, muro e uscita dal tunnel. Un minimo errore può compromettere l'intero weekend.Questo è qualcosa che Monaco possiede più di qualsiasi altra pista, rendendola davvero unica nel suo genere.

Non può e non dovrebbe essere eliminata, perché, così come esistono circuiti veloci, esistono anche quelli lenti, e questo ne è un perfetto esempio.

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