L’americana Cadillac rinnega Hollywood e chiude le porte anche ad Horner
27/08/2025 08:30:00 Tempo di lettura: 4 minuti

La giornata di ieri è stata quasi interamente monopolizzata dall'annuncio ufficiale della lineup piloti 2026 per la Cadillac, l'undicesimo team che debutterà la prossima stagione. Sistemato il nodo piloti, il team si è anche esposto con un chiarimento netto sulle voci che davano Christian Horner vicino al progetto.

Durante la conferenza stampa in cui sono stati annunciati gli ingaggi di Sergio Perez e Valtteri Bottas per il 2026, Dan Towriss, boss di TWG Motorsport, la struttura che gestisce l’operazione Cadillac, ha voluto sgombrare il campo da ogni fraintendimento.

“Non ci sono stati colloqui con Christian Horner, non ci sono piani per farlo. Quindi voglio ufficialmente chiudere questa voce. Il nostro supporto, la nostra fiducia, il nostro sostegno sono al 100% per Graeme Lowdon”, ha dichiarato Towriss.

Un messaggio chiarissimo, che mette fine a settimane di speculazioni sul possibile ritorno in F1 dell’ex team principal della Red Bull attraverso la porta Cadillac. Del resto, un ruolo di questo tipo non sarebbe mai stato compatibile con la struttura voluta da General Motors e TWG Group: Horner è abituato ad avere il pieno controllo e, in molti casi, anche una quota di proprietà. Il modello Cadillac, invece, si fonda su un’organizzazione verticale, in cui Lowdon occupa un ruolo gerarchicamente definito da storicità e meriti.

Fiducia a Graeme Lowdon

L’ex CEO della Virgin/Marussia/Manor, che ha guidato la scuderia dal debutto in F1 nel 2010 fino al 2015, è stato inizialmente coinvolto come consulente quando il progetto era ancora a trazione Andretti. Da lì, il suo ruolo si è ampliato fino a portarlo alla posizione di team principal, con responsabilità non solo gestionali, ma anche strategiche.

Lowdon ha infatti seguito in prima persona la crescita delle strutture, il reclutamento del personale e persino il programma interno di simulazioni chiamato “race ready”, che permette alla squadra di vivere virtualmente un weekend di gara completo per testare procedure e sincronismi.

Il suo apporto è stato decisivo anche nella selezione dei piloti, sebbene la decisione finale sull’ingaggio di Perez e Bottas sia arrivata con la stessa mentalità, dai vertici Towriss e General Motors, preferendo al rookie popolare una coppia di grande esperienza che rappresenta la scelta più prudente e solida per il battesimo in griglia.

Niente "americanate", almeno dove conta

Per la presentazione di ieri il team ha scelto come testimonial una star del calibro di Keanu Reeves, cavalcando la crescita esponenziale della popolarità della F1 in America, ma il progetto reale è concreto e funzionale.

La Cadillac vuole costruire il proprio futuro in Formula 1 puntando sulla stabilità, sulla programmazione e su figure già radicate nel progetto. Un approccio stranamente lontano dalla mentalità americana, e che evita scorciatoie pericolose preferendo una programmazione a lungo termine.

Anche se Hollywood ci ha raccontato una bella storia, con un team esordiente che in poche gare passa dal fondo al trionfo, la realtà è che per vincere in Formula 1 serve pazienza e un percorso di crescita anche lento, ma stabile e costante.

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