Verso 10 gare sprint nel 2027. Domenicali: «I puristi si rassegnino»
Ma questa Formula 1 vi piace? Da settimane lo stiamo chiedendo attraverso diversi sondaggi ai nostri lettori, uno di questi riguarda il formato Sprint. L'esito è divisivo, sia tra i tifosi che hanno risposto…

13/09/2025 09:00:00 Tempo di lettura: 7 minuti

Ma questa Formula 1 vi piace? Da settimane lo stiamo chiedendo attraverso diversi sondaggi ai nostri lettori, uno di questi riguarda il formato Sprint, scelto al momento per 6 weekend all'anno. L'esito è divisivo, sia tra i tifosi che hanno risposto (41% a favore, 39% contrario, 20% ininfluente), sia tra piloti e addetti ai lavori che, da quando è stato introdotto il nuovo formato, si sono espressi in modo contrastante. Sicuramente piace agli organizzatori, che vedono in questo formato un modo per aumentare l’attrattiva del weekend e portare più pubblico in circuito; dall’altra i fan più tradizionalisti, e diversi piloti, che accusano la sprint di frammentare il formato classico e di trasformare lo spettacolo in qualcosa di forzato introducendo variabili che alterano la linearità del Campionato.

A decidere saranno comunque i vertici della F1 e l’ipotesi che dal 2027 si possa arrivare a circa dieci sprint per stagione è tutt’altro che remota. La spinta dei promoter, desiderosi di ospitare una gara al sabato per aggiungere contenuti e giustificare prezzi sempre più alti dei biglietti, sarà comunque decisiva.

 

Le dichiarazioni degli addetti ai lavori

"Inutili e snaturano il DNA della Formula 1", ha commentato seccamente il 4 volte Campione del Mondo Max Verstappen. "Le gare lunghe ti danno più possibilità e libertà nelle strategie", ha aggiunto Fernando Alonso. "Continuo a preferire i normali weekend di gara. Nelle sprint c'è più stress sui meccanici e su tutto", ha fatto notare infine Lando Norris. Diversi aspetti ancora non convincono i piloti sul nuovo formato.

Opposte invece, ovviamente, le opinioni degli organizzatori. Bobby Epstein, co-fondatore del Circuit of the Americas, ha sottolineato: “Penso che semplicemente dia più valore al biglietto. Non so se si sia tradotto in molte più vendite, ma i tifosi sembrano apprezzarlo. Non era visto subito come un asset desiderabile e non ha necessariamente spinto le vendite per un po’. Penso solo che aumenti il valore del biglietto e dia di più alla gente, cosa che apprezziamo sempre. Se comprano un pass per il weekend e restano più ore al circuito, è meglio per noi: più contenuti. Non credo che la decisione di venire a un GP dipenda dalla presenza o meno di una sprint, ma non ho dubbi che sia più intrattenimento, e a questo puntiamo.”

Sulla stessa linea il responsabile del GP di Miami, Tyler Epp, inizialmente scettico ma poi convinto dai numeri: “Mi sbagliavo sulla sprint race, ero molto preoccupato del valore aggiunto, ma non avrei potuto sbagliarmi di più. I dati ci hanno mostrato che l’affluenza del sabato è cresciuta anno su anno, e i tifosi erano già lì presto per la sprint.”

Il CEO della Formula 1, Stefano Domenicali, non ha nascosto la sua visione: “Devo dire che, a parte alcuni vecchi tifosi irriducibili, tutti vogliono i weekend sprint. I promoter spingono per questo formato e ora anche i piloti sono interessati. Sono un po’ provocatorio, ma le prove libere piacciono ai super-specialisti; chi vuole più azione preferisce un weekend sprint. C’è più di cui discutere già dal venerdì – con una qualifica – ma capisco che debba diventare parte della cultura della F1. La direzione è chiara: posso garantire che tra qualche anno ci sarà la richiesta di avere tutti i weekend con lo stesso formato. Non dico che arriveremo alla MotoGP, che ha una sprint a ogni gara, quello è un passo troppo grande. Lo vedo più come un processo di maturazione che rispetta anche un approccio tradizionalista.”

Verso 10 gare sprint nel 2027. Domenicali: «I puristi si rassegnino»

Domenicali ha persino accennato a ipotesi radicali come reverse grid o GP più corti, opzioni che hanno acceso ulteriormente il dibattito. Per Epstein, però, il bilanciamento rimane cruciale: “Credo che Stefano farebbe solo ciò che ritiene nel miglior interesse dello sport. La sua abilità è far evolvere la F1 senza sacrificare l’eredità e la tradizione. È un equilibrio difficile, ma lui ci riesce con passione, senza sacrificare gli interessi di tifosi, team o piloti.”

Il punto rimane proprio questo: se gli organizzatori spingono e i dati delle presenze paiono sostenerli, la frattura con gli appassionati storici resta evidente. Le sprint non hanno conquistato l’anima dei puristi, che continuano a vederle come una forzatura commerciale più che come un’evoluzione naturale.

Se proprio Sprint deve essere, che sia ovunque

Interessante anche una chiave di lettura emersa dai nostri sondaggi secondo cui il nuovo formato potrebbe anche essere accettato, ma per non alterare in maniera randomica l'esito del Campionato, dovrebbe essere applicato a tutti gli eventi. E' evidente infatti che in F1 ci sono circuiti più adatti ad una monoposto o ad un pilota, e considerando che quasi sempre il vincitore della gara coincide con il vincitore della sprint, assegnare punti in questi eventi significa favorire chi si quel circuito avrebbe fatto 25 punti e invece ne porta a casa 35. La speranza è quindi che la ricerca dello spettacolo e dei profitti non influisca sulla linearità dei Campionati, già tanto discutibili soprattutto sul fronte dell'interferenza dei commissari e di regolamenti tecnici e sportivi a dir poco criticabili.

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