L'obiettivo è chiaro e dichiarato. E gli ingredienti necessari per perseguirlo non sembrano affatto mancare. Stiamo parlando del team Aston Martin che, da quando è stato acquistato da Lawrence Stroll, si è posto come obiettivo la conquista, in un tempo più o meno ragionevole, del Titolo mondiale Piloti e costruttori.
Per arrivare a questo target, il magnate canadese ha sempre messo a disposizione ingenti investimenti, sia per la struttura che per gli uomini, accaparrandosi i migliori tecnici in circolazione per potenziare il suo team e sottrarli alla concorrenza. Stiamo parlando di Dan Fallows dalla Red Bull, Eric Blandin e Andy Cowell dalla Mercedes, Enrico Cardile appena arrivato dalla Ferrari e, soprattutto, Adrian Newey: il pezzo grosso sottratto alla Red Bull.
Insomma, il papà di Lance Stroll per la sua Aston Martin ha unito sotto lo stesso tetto fior fior di cervelli, facendo poi molto rumore (a differenza di chi rumore promette...) con i colpi di Enrico Cardile e Adrian Newey.
Ma la presenza di tutte queste menti, ha fatto sorgere domande su come a Silverstone si potrà organizzare il lavoro con così tanti talenti. A rispondere al quesito ci ha pensato l’ex Direttore Tecnico Ferrari, Enrico Cardile, che ha spiegato in una lunga intervista sul sito ufficiale della scuderia britannica quale sia il suo ruolo nel team inglese e come venga organizzato il lavoro in modo efficiente. Nel farlo, forse in modo velato, il tecnico toscano ha punzecchiato la sua ex squadra, soprattutto nell'elogiare la bella amalgama che si è creata e con cui si stanno gettando le basi per l'avvenire.
“Col mio ruolo di Chief Technical Officer sono responsabile di tutto lo sviluppo vettura, di tutte le attività legate alla progettazione dell’auto e allo sviluppo degli strumenti per migliorarne le prestazioni. Spazio dal concept iniziale allo sviluppo aerodinamico, dinamica del veicolo, galleria del vento, CFD. Descrivere la quotidianità è difficile perché non c’è alcuna routine. Sono fortunato: sono coinvolto nelle discussioni tutta la settimana e vedo come i progetti progrediscono. È entusiasmante, mi entusiasma. Non è affatto ripetitivo. Vengo pagato per seguire la mia passione. Pestarsi i piedi? Non abbiamo problemi sotto questo aspetto, semmai il contrario. Stiamo cercando di trovare il modo per collaborare e unire i nostri sforzi, piuttosto che lavorare a compartimenti stagni. È fondamentale per qualsiasi team: condividere informazioni, creare qualcosa che sia più ricco della somma delle parti. Non è un problema avere tutti questi bravi ingegneri a lavorare insieme”.
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