McLaren, così si rischia un clamoroso autogol: la gestione piloti va rivista
19/10/2025 17:45:00 Tempo di lettura: 4 minuti

Storia di un disastro annunciato. O mezzo disastro, visto che - per fortuna della McLaren - se proprio doveva succedere meglio che sia accaduto nei 100 km della Sprint piuttosto che durante il Gran Premio. La carambola innescata in curva 1 da Oscar Piastri, il quale ha cercato un incrocio oggettivamente impossibile, che ha portato al duplice ritiro delle monoposto color papaya è stato inevitabilmente figlio anche e soprattutto di una gestione assai discutibile da parte del tandem Andrea Stella-Zak Brown.

McLaren, così si rischia un clamoroso autogol: la gestione piloti va rivista

Sì, perchè le ormai famose papaya rules trovavano un senso nella loro attuazione nel momento in cui la priorità era quella di confermarsi Campioni del Mondo tra i Costruttori. Ora che questo obbiettivo è stato centrato due settimane fa a Singapore l'intero paddock era fermamente convinto che ci sarebbe stata una sorta di "liberi tutti", chiaramente a patto che entrambe le MCL39 continuino a vedere la bandiera a scacchi.

Singapore e l'inaspettato dietrofront

Il primo colpo di scena in Texas lo abbiamo avuto già nella giornata di giovedì quando, alle consuete interviste in apertura di weekend, sia Lando Norris che Oscar Piastri hanno cambiato completamente versione rispetto a quanto avvenuto in partenza 14 giorni prima a Marina Bay. Quello che era sembrato a tutti gli effetti un contatto fortuito - dovuto al sottosterzo nel quale è incappato il britannico nel tentativo di evitare il tamponamento a Max Verstappen - si è trasformato in una totale assunzione di colpe da parte del numero 4 che ha inoltre rivelato che ci sarebbero state delle ripercussioni per lui sino al termine della stagione.

McLaren, così si rischia un clamoroso autogol: la gestione piloti va rivista

In cosa consista questa sorta di cartellino giallo non è dato saperlo, quel che però risulta certo è il fatto che dopo quanto successo nella giornata di ieri un'ammonizione l'avrebbe meritata anche il leader del Mondiale, l'ex - a questo punto - uomo di ghiacchio che da Baku in poi è andato totalmente in tilt: da tre fine settimana si occupa infatti più di marcare il compagno-rivale piuttosto che della gara stessa e i risultati di questo approccio sono sotto gli occhi di tutti.

Verstappen è ancora lontano, ma di questo passo...

In tutto ciò chi ne sta approfittando è l'olandese della Red Bull che dai 104 punti di ritardo che pagava nel post-Zandvoort si è ora portato a -55 lunghezze: rimane comunque una montagna ripidissima da scalare per Max che potrebbe però beneficiare di eventuali altri episodi critici in casa McLaren. I punti persi dal team di Woking nella giornata di ieri sono stati solo otto, ma un eventuale zero la domenica costituirebbe un conto salatissimo da gestire fino ad Abu Dhabi.

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Soprattutto se considerato che dei tre Verstappen è quello che vanta più esperienza in questo tipo di situazione, lui che sa molto bene cosa significa giocarsi la corona all'ultimo round. Cosa succederà da qui in avanti è impossibile pronosticarlo, ma con una RB21 rinata e una gestione piloti troppo "fair", McLaren rischia di mettere in serio pericolo la conquista di un titolo che fino a un mese fa non era minimamente in discussione. Correre ai ripari si può, a patto che venga fatto in tempo.

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