Il Gran Premio degli Stati Uniti è stato l'esatto opposto della Sprint Race del giorno prima. Forse memori della debacle in partenza, i piloti sono stati molto cauti nelle loro manovre. C'è stato solo un vero incidente, quello tra Carlos Sainz e Kimi Antonelli all'ottavo giro: lo spagnolo è stato troppo ottimista con il suo sorpasso, toccando all’interno il rivale e facendolo finire in ghiaia. L'italiano è riuscito poi a ripartire, mentre la Williams numero 55 si è fermata poco dopo sul lato pista. E oltre al danno, per lui è arrivata anche la beffa di 5 posizioni di penalità da scontare in Messico.
La mossa di Sainz è stata giudicata molto insolita, soprattutto perché non è nel suo stile tentare affondi del genere. Anche il paddock è rimasto perplesso, tanto che – secondo quanto riportato da Ted Kravitz – alcuni avrebbero diffuso la voce di un possibile "nuovo crashgate": la squadra avrebbe ordinato allo spagnolo di accostare anziché rientrare ai box, sebbene la macchina fosse ancora funzionante, così da provocare una Safety Car e favorire la strategia di Alexander Albon.
Infatti, il thailandese è stato l'unico a beneficiare della Virtual Safety Car causata dal compagno di squadra, passando dalla gomma dura, poco performante, a quella media. Tuttavia, questo non ha inciso troppo sul suo risultato, poiché è arrivato comunque fuori dalla zona punti. La Williams, però, ha spiegato che Sainz aveva una perdita al sistema idraulico e quindi non poteva utilizzare il power steering. Restare in pista sarebbe stato pericoloso, perciò è stato costretto a fermarsi.
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