Dal quarto appuntamento stagionale emerge sempre più prepotente la pura forza costituita dal binomio Mercedes-Rosberg. Nico è inarrestabile, dominatore assoluto e vince la quarta gara 2016 su quattro con la massima naturalezza, continuando l’incredibile striscia di vittorie che, dal 2015 a oggi, lo vede ormai arrivato a quota sette, in zona record, lì dove pochi assi della Formula 1 sono stati capaci di fare tanto. E’ prematuro parlare di mondiale, soprattutto in una stagione così lunga e potenzialmente piena di insidie, ma Rosberg è già a cento punti tondi ed è in fuga da tempo: le statistiche dicono che chi ha vinto anche meno gare consecutive a inizio campionato, ha poi di fatto conquistato il titolo. E la Mercedes esce sempre più forte da ogni appuntamento, con la consapevolezza di avere ancora l’auto migliore, quella che permette di acciuffare le pole position e scappare via senza problemi allo start della domenica.
Rischiano infatti di tramontare le speranze della Ferrari di battere i rivali tedeschi quest’anno: la superiorità dei campioni del mondo è solida più o meno come negli anni passati e non dà adito a pensieri di attacco diretto o, men che meno, di vittoria. Il Cavallino corre a Sochi senza il prezioso apporto di Sebastian Vettel, partito settimo per via della sostituzione del cambio sulla sua SF16-H e subito, incredibilmente, vittima di un doppio tamponamento ad opera della Red Bull di Kvyat, manco fosse una gara di autoscontro e non un gran premio di F.1. Un’uscita di scena immediata e amara, che pesa moltissimo nell’economia di un campionato dominato così ferocemente da Nico Rosberg. E’ il secondo ritiro su quattro gare, per Sebastian Vettel, che perde così ancora la possibilità di esprimere il proprio potenziale e conquistare un possibile podio.
Podio, invece, che ha conquistato il suo compagno, Kimi Raikkonen. Dopo una bagarre iniziale con Bottas, poi finito dietro con il gioco delle soste, il ferrarista è stato sopravanzato “solamente” dalle due Mercedes, chiudendo così con il miglior risultato odierno possibile. Un podio che alla Ferrari certamente non basta più, ma che è pur sempre meglio di niente e che conferma come Kimi si stia esprimendo bene con questa monoposto. Certo, il mezzo minuto accusato sul traguardo nel confronto con Rosberg è una vera mazzata, ma si sapeva che la pista di Sochi non fosse amica della Ferrari…
Per quanto riguarda la gara degli altri, abbiamo solo cinque piloti a pieni giri: dal sesto classificato in poi, tutti doppiati! Sulla pista russa, quindi, sono emersi di nuovo distacchi notevoli (conseguenza naturale, visto il distacco patito dalla Ferrari, di cui abbiamo accennato poc’anzi). Buona gara per la Williams, che partiva in prima fila con Bottas e che ha chiuso quarta con il finnico e quinta con Felipe Massa. Grande gara per la McLaren Honda, che finalmente ha portato a casa un piccolo bottino di punti: sesto posto con un soddisfatto Fernando Alonso e decimo con Jenson Button. Le due vetture hanno certamente beneficiato dei ritiri o dei problemi altrui, ma in diversi frangenti hanno lottato con le Toro Rosso, segno sicuramente positivo.
Importante il settimo posto di Magnussen con la Renault, che finalmente porta a casa i primi punti stagionali. Ancora un acuto dalla Haas di Grosjean: ottavo posto finale. Gara deludente per le Toro Rosso: solo dodicesimo Sainz e ritirato Verstappen, a causa del cedimento del motore. Il giovane talento, prima di accostare la vettura a bordo pista, era pienamente in zona punti. Gran premio di casa da dimenticare per Kvyat, autore di quegli inspiegabili e ripetuti tamponamenti a Sebastian Vettel nei primi metri: Red Bull quasi irriconoscibile (Ricciardo fuori dalla zona punti anche lui) e autrice di una tattica gomme folle, con le bianche montate allo stesso Kvyat dopo la partenza e cambiate frettolosamente poco dopo con la mescola soft. Si ritorna in pista tra due settimane in Spagna, al Circuit de Catalunya.
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