Montezemolo: Facile parlare, vincere è diverso
03/10/2017 20:25:10 Tempo di lettura: 4 minuti

Aveva detto di non voler più rilasciare dichiarazioni sulla Ferrari e sulla F1, Luca Cordero di Montezemolo, che però oggi, alla presentazione del nuovo treno "Italo Evo" ha infranto questa sua promessa.

E lo ha fatto senza usare mezzi termini, in maniera decisa e che può lasciare il segno dando vita ad una cascata di pooemiche.
Una maniera di esordire in queste dichiarazioni, finalizzata a togliersi tutti i sassolini dalle scarpe che erano ancora presenti dal momento della sua deposizione dalla presidenza della Rossa, voluta da Sergio Marchionne nel Settembre 2014.
Lo ha fatto anche per rispondere a tutte le critiche di coloro i quali puntavano il dito contro di lui criticando gli ultimi anni della sua presidenza a Maranello.

Il tema principale del suo addio alla casa fondata da Enzo Ferrari, era stato la lunga (troppo secondo Marchionne) astinenza dalla vittoria di un Mondiale, che non arrivava (e continua per ora a non arrivare) dal 2007 per i piloti e dal 2008 per i costruttori.

Parlare è facile, appunto, dire di essere in grado di riportare la scuderia alla vittoria richiede una buona dose di coraggio, ma può essere dichiarato bene o male da tutti, specialmente dagli ingegneri del lunedì.
Però queste parole assumono un effetto ed una credibilità di gran lunga maggiore, se a pronunciarle è una persona che corrisponde al nome di Sergio Marchionne.

Farlo invece è molto, molto più difficile, perché oltre che con le problematiche interne al team che si possono risolvere, bisogna confrontarsi con gli avversari, che di certo non mancano in quanto a budget, innovazione, e strutture e potere politico.

Ed è proprio ciò che sta accadendo alla Rossa, che ha risolto praticamnete tutti i suoi problemi cronici (trazione, carico aereodinamico, trazione), ma che si trova a lottare con Mercedes che è stata più brava della Scuderia Ferrari nel 2014, anno zero dell' era PU, e che grazie al gap accunulato durante quella stagione è ancora leggermente davanti.

Ciò dimostra ancora una volta che in F1 non si può vincere dall'oggi al domani, ma bisogna dare tempo alle squadre di lavorare.
Concetti che risultano più facile ad un uomo di corse, come era Montezemolo, che impiegò otto stagioni per vincere il primo titolo piloti Costruttori e nove per il primo titolo Piloti, ma che risultano più difficili da capire e da digerire per un uomo di numeri come Sergio Marchionne.

L' ex numero uno della Ferrari ha parlato dei possibili scenari per il finale di stagione, mostrandosi speranzoso e ottimista:
"Il Mondiale è difficile, ma mancano ancora cinque gare e con questa macchina è giusto crederci".

È giusto credercin visto il potenziale espresso dalle SF70-H in Malesia, e che potrebbe vincere tutte le restanti 5 gare, magari sperando anche in un solo passo falso di Lewis Hamilton, il quale fino a questo momento ha sempre avuto la sorte dalla sua parte.

Infine Montezemolo ha parlato dei guai affidabilistici che hanno afflitto le due Ferrari in Malesia, dichiarando:
"L'importante è avere una macchina veloce, poi l'affidabilità si mette a posto e appena si mette a posto la meccanica si tornerà a vincere. La Ferrari avrebbe potuto fare doppietta nelle ultime due gare. Meglio avere una macchina veloce che rischia di rompersi di una affidabile che però sta dietro"

E il numero uno di NTV ha la giusta esperienza in fatto di gare, per avanzare questa teoria, perché nel 1996, quando era in forza alla Rossa, la F310 di Schumacher ebbe molte noie tecniche durante l' estate, ma risolti quei problemi infilò due vittorie consecutive a Spa e Monza.


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