Giorgio Terruzzi, alla viglia della presentazione della F1-75, ha fatto il punto della situazione in casa Ferrari tramite un lungo focus su Il Corriere della Sera.
Di seguito l'analisi del noto giornalista, esperto di Formula 1.
"John Elkann è juventino, Mattia Binott è interista, la Ferrari F1-75 è milanista. Rosso e nero per una livrea da primato in classifica, vagamente simile a quella della «641» che disputò il Mondiale 1990. Chi l’ha vista racconta di un look rampante, con qualche tocco «notturno», soprattutto sulle ali. Chi l’ha progettata è consapevole di aver scelto una filosofia aggressiva. Ne sapremo di più domani quando la nuova Ferrari, con denominazione in omaggio alla primogenita di Maranello, la «125 S» datata 1947, verrà svelata. Il rito è un classico dell’inverno, condensa speranze, timori ed emozioni, diluite nel web, secondo moda e convenienze che eliminano ogni incontro reale e ravvicinato. Un evento comunque attesissimo, fissato a meno di una settimana dai primi, blindatissimi test di Barcellona (23-25 febbraio). A differenza di altri team, se non altro, si tratterà di una autentica prima visione. Vale a dire di una vettura assai vicina a quella che andrà in pista e non di un manichino, esposto per dovere di cronaca. Un Cavallino sorprendente nelle forme, ad indicare appunto un’aerodinamica tanto inedita quanto originale, sia per quanto riguarda le linee, sia per ciò che concerne le proporzioni. Che vada forte subito conta relativamente meno rispetto al passato: l’importante è che cresca molto, bene e in fretta, come richiede lo svezzamento di un oggetto completamente nuovo, portatore di potenzialità da scoprire nell’arco di sei giorni di lavoro in pista, tra la Spagna e il Bahrein dove sono previsti, ad una settimana di distanza, la seconda sessione di test (10-12 marzo) e il primo Gp 2022 (20 marzo). È nota la ricetta di base, dettata da un regolamento rivoluzionato: gomme più larghe, aumento del peso, appendici semplificate per agevolare i sorpassi, effetto suolo. Il tutto da applicare ad una macchina dalla lunga gestazione, da verificare sull’evolutissimo simulatore di Maranello. Uno strumento tecnologico molto sofisticato, capace ormai di fare la differenza nel bene e nel male in termini di veridicità dei dati. L’idea dominante: esplorare senza paura per poi modificare, ottimizzare con criteri a loro volta riformulati. Il fatto di arrivare da un lungo periodo critico pare abbia generato una spinta verso l’estremo, con la certezza di aver scovato la potenza necessaria per spingere sin dai primi capitoli della stagione. Saranno le power unit le protagoniste certe nei prossimi mesi e qui le indiscrezioni fanno intendere che i passi in avanti sono stati compiuti eccome, addirittura rischiando qualcosa sul fronte dell’affidabilità ad inizio campionato. Basteranno i cavalli scovati al banco? Non lo sa nessuno".
"Nemmeno in casa Mercedes, Honda e Renault dove pure hanno investito energie e quattrini sullo sviluppo di motori che sfruttano benzine contenenti etanolo al 10%. Più «verdi» ma penalizzanti sul fronte delle potenze. Perdita stimata: circa 20 cv, da recuperare risolvendo un rebus perché il maggior peso e la nuova aerodinami ca possono influire parecchio sui consumi. Il che porta ai piloti, il cui ruolo sarà fondamentale per ottimizzare e comprendere; per indicare ai tecnici, per spingere macchine rigidissime e velocissime nelle curve da marce alte, meno disposte a perdonare un errore. In questo senso la coppia Charles Leclerc-Carlos Sainz fornisce parecchie garanzie. Vanno d’accordo e vanno forte. Entrambi sanno cosa significa lavorare per una squadra pesante, usando il piede destro. Entrambi, meglio ricordarlo, cercano gratificazioni da albo d’oro, hanno fretta di dominare la scena. Dati i colori della nuova «maglia», una fretta del diavolo".
Foto copertina: Instagram Scuderia Ferrari