Andretti, il campione del mondo di F1 del 1978, ha rivelato su Twitter venerdì sera che suo figlio Michael, che ha corso per la McLaren nel 1993, ha bussato ufficialmente alle porte della F1, scrivendo: "Michael ha fatto domanda alla FIA per schierare un nuovo team di F1 a partire dal 2024. La sua scuderia, Andretti Global, ha le risorse e controlla ogni aspetto. Sta aspettando la determinazione della FIA".
L'anno scorso il giovane Andretti aveva avviato intense trattative per acquistare il team Alfa Romeo e quindi la Sauber, ma ha dovuto rinunciare quando l'azionista principale Finn Rausing alla fine ha scelto di non vendere.
Con il nuovo Patto della Concordia in vigore e il tetto dei costi ora introdotto, tutte le 10 squadre di F1 esistenti sono attualmente in buona salute dal punto di vista economico, e quindi non ci sono più occasioni da sfruttare per potenziali acquirenti.
Andretti ora sembra aver deciso invece di perseguire il suo progetto e iniziare da zero.
Le fonti di autosport.com suggeriscono che rappresentanti del team hanno già parlato con il personale della F1 di un progetto che inizierebbe nel 2024.
Andretti potrebbe potenzialmente beneficiare dell'enorme aumento di interesse per la F1 negli Stati Uniti fornito dalla serie Netflix Drive to Survive, e dall'aggiunta di una seconda gara statunitense con il Gran Premio di Miami che si unisce al calendario del 2022. È anche prevista una terza gara statunitense a Las Vegas, mentre venerdì la F1 ha confermato che il GP degli Stati Uniti rimarrà ad Austin per altri cinque anni.
Diverse squadre hanno attratto investitori statunitensi negli ultimi due anni, in particolare McLaren e Williams, ed anche i giganti americani della tecnologia sono entrati in questo sport, come Cognizant alla Aston Martin e Oracle alla Red Bull.
Uno degli sponsor della IndyCar di Andretti, Gainbridge, è anche uno dei partner commerciali del GP di Miami.
Nonostante la dichiarazione di Andretti senior, la FIA non ha ancora aperto nessuna procedura di ingresso formale, e non sono state avviate le tante verifiche previste dal Patto della Concordia.
La più grande sfida che qualsiasi 11° squadra dovrà affrontare è la tassa di ingresso di 200 milioni di dollari incorporata nell'attuale Patto della Concordia, come "fondo" pensato per proteggere il valore delle 10 squadre attuali.
La FIA e la F1 hanno infatti imparato tanto dal 2010, quando HRT, Lotus/Caterham e Virgin/Manor/Marussia sono entrate in F1 per poi uscirne quasi subito a causa della procedura di fallimento economico.
Da allora la F1 ha preso in considerazione solo offerte di ingresso da parte di concorrenti seri, e l'ultima squadra ad unirsi alla griglia è stata proprio l'americana Haas F1 nel 2016.
Nel 2019, quando sono stati annunciati potenziali progetti spagnoli e asiatici, l'amministratore delegato della F1 Ross Brawn suggerì che qualsiasi ulteriore nuova squadra avrebbe dovuto aspettare fino a dopo l'introduzione delle nuove regole, che in quel momento erano previste per il 2021.
"Abbiamo un numero sorprendente di squadre che hanno mostrato un interesse. Ma quello che abbiamo detto a quelle squadre è di aspettare l'introduzione di queste regole, di stabilizzare la situazione. Facciamo in modo che tutto funzioni correttamente prima di cercare altre squadre. Penso che con le 10 squadre che abbiamo, 10 squadre sane in F1 sono effettivamente sufficienti. E se otteniamo qualche squadra in più, devono davvero aggiungere qualcosa allo spettacolo. Dobbiamo imparare dalla storia, tante piccole squadre sono andate e venute, e non hanno davvero aggiunto alla F1. Quindi penso che dobbiamo stabilizzare ciò che stiamo introducendo nel 2021 e guardare se c'è un'opportunità per un nuovo team".
Da allora è stato firmato il nuovo Concorde, con la tassa d'iscrizione di 200 milioni di dollari inclusa.
L'anno scorso l'amministratore delegato della F1 Stefano Domenicali ha minimizzato la possibilità di nuovi inserimenti, suggerendo che era felice con 10 squadre.
"Posso sicuramente dirvi che dopo l'introduzione del budget cap, stiamo ricevendo un sacco di richieste", ha detto ad Autosport l'anno scorso.
"Ma credo che sia importante preservare il valore delle attuali squadre, perché questo può davvero fare la differenza in termini di sostenibilità".
Articolo originale su autosport.com
Foto snaplap.net