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21/08/2022 10:50:00 Tempo di lettura: 5 minuti

In occasione della sua visita alla Casa del Cavallino a Silverstone, Nigel Mansell è intervenuto ai microfoni di Autosprint per una lunga intervista. Ve ne riportiamo un estratto in cui si è soffermato sulla sua esperienza alla Ferrari e molto altro.

Le parole di Mansell

nigel mansell

Ecco quanto dichiarato dal britannico:

"Mi sento emozionato e stanco. È qualcosa di davvero incredibile essere qui in prima persona dopo tanti anni. Mi sento coinvolto da ogni piccolo avvenimento: è come riscoprire il mio mondo dopo tanto tempo. Anche se ora non sono più giovanissimo, rivivere le emozioni di essere presente ad un gran premio insieme alla scuderia Ferrari è qualcosa di davvero speciale, soprattutto per me che ho vestito questi leggendari colori".

Sulle sue stagioni alla Ferrari

"La prima vittoria, al primo tentativo, con la nuovissima Ferrari 640 al gran premio del Brasile del 1989 è stato qualcosa di semplicemente meraviglioso. Attimi che un uomo vorrebbe rivivere all’infinito nella propria mente. Quella corsa è la corsa per eccellenza. Ma quando penso alla Casa del Cavallino penso anche al profondo rispetto, al senso di appartenenza, a delle relazioni che rimangono forti nel tempo, perché essere stato nella storia della Scuderia è qualcosa di distintivo per un pilota. Sono passati trent’anni e sono ancora qui, come se ci fossimo incontrati l’ultima volta ieri. Ecco, questo è davvero qualcosa di speciale, quello che si vive alla Ferrari non subisce il trascorrere del tempo, è sempre attuale".

Sulla Ferrari

"La differenza tra la Scuderia Ferrari e gli altri team è che a Maranello sei parte di una famiglia, e questa cosa si sente davvero. È sufficiente che tu esca dalla corsia box con i colori della Casa del Cavallino ed automaticamente fai parte della sua storia e del suo mito. Questo è davvero unico. Sono sensazioni che percepisci e ti entrano dritto nel cuore e lì rimangono per sempre. Sono l'ultimo pilota scelto da Enzo Ferrari? Sì, questa cosa è importante su tanti livelli. Sia perché tocca le mie emozioni, perché è una cosa unica, un privilegio del quale vado molto fiero, ma anche, e questo è l’altro aspetto, è qualcosa di storico. Perché, dopo di me, nessuno. Uno dei momenti più intensi della mia carriera è la vittoria in Brasile, la prima in rosso, perché ho avuto l’onore di poterla dedicare a Enzo Ferrari".

Su Enzo Ferrari

"Ricordo quando ci siamo incontrati, i nostri dialoghi, ma soprattutto la sensazione di forza che trasmetteva: era davvero un uomo molto forte e potente. E questa cosa si percepiva e suscitava in me un grandissimo rispetto. Cosa apprezzava di me? Il coraggio. Il fatto che fossi britannico, forte, determinato. Mi ha sempre visto come un leone e non è un caso che questo è il soprannome che mi è stato dato e che io ho sempre amato tantissimo. Perché mi sono sempre sentito così, un combattente, un pilota che guida fino all’ultima goccia ed estrae sempre il massimo dal mezzo che ha a disposizione. Penso che qualsiasi Costruttore ami avere un pilota così, perché rende il loro lavoro più semplice e appagante. La mia relazione con Enzo Ferrari, anche per questo motivo, è sempre stata solida e piena di rispetto da entrambi i lati. Ed era così ancor prima che arrivassi a Maranello".

Sui tifosi della Ferrari

"Mi volevano bene. Sono stato a Maranello per due soli anni, ma mi hanno sempre fatto sentire come se fossi stato da sempre uno di loro. Anche oggi, è come se avessi speso trent’anni a Maranello. Questo aspetto è davvero straordinario. Io ero il loro combattente, il loro leone in pista, l’uomo che li rappresentava e dava sempre tutto. Anche quando la macchina non era al massimo, io ho sempre dato tutto, non mi sono mai risparmiato. I tifosi, quelli che stanno a bordo pista, queste cose non se le dimenticano. I fan ti amano se si rendono conto che non li imbrogli, che fai sempre il massimo in base alle tue possibilità".

Foto (entrambe) Twitter Nigel Mansell CBE


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