Forghieri, la sua grandezza in un’assenza
A qualche giorno di distanza, la commozione si fa più lucida; per questo più profonda. E affiorano i ricordi che tutti condividono, che proprio per questo non hanno bisogno di essere ribaditi anche da noi.

07/11/2022 16:50:00 Tempo di lettura: 4 minuti

A qualche giorno di distanza, la commozione si fa più lucida; per questo più profonda. E affiorano i ricordi che tutti condividono, che proprio per questo non hanno bisogno di essere ribaditi anche da noi. 

Con Mauro Forghieri se ne sono andate un po’ di quelle cose che hanno costituito le fondamenta della nostra passione e alimentato decenni di letteratura sportiva. Un’epoca aurea dell’automobilismo, perlomeno un paio di generazioni di piloti leggendari, con i loro relativi profili caratteriali; il ricordo di una serie di evoluzioni che portano la firma del suo genio e delle sue intuizioni; l’orgoglio dell’eccellenza italiana; il fascino dei caratteri forti e spigolosi quando si scontrano fino allo stridore che produce scintille. Superfluo, in questo senso, stare qui a ricordare le accese discussioni con Lauda o con il Drake in persona; le reprimende per i turbamenti di Reutmann e via dicendo. Gli uomini memorabili non soltanto ottengono grandi risultati: li ottengono portando quelli che lavorano con loro a pensare nella stessa maniera. Forghieri era uno di questi. 

In questi giorni è stato ricordato, come è giusto e ovvio, per tutto ciò che ha realizzato, per quello che la Ferrari gli deve quanto a ideazione di vetture memorabili e cultura del lavoro finalizzata all’ottenimento del risultato migliore possibile, sempre passando per il perfezionamento continuo

Noi vorremmo ricordarlo, oggi che ha cominciato a mancarci per sempre, per quella volta in cui la sua mancanza fece sentire ancora di più la sua grandezza, perché se ci fosse stato tante cose sarebbero andate e finire diversamente. O non sarebbero finite, in assoluto. 

Omaggio a Forghieri

Al Gran Premio di Imola del 1982 Forghieri, per un impegno familiare, non poté essere presente al muretto Ferrari. Tutto quello che accadde, con lo strascico protratto fino al fine settimana della gara successiva, a Zolder, non sarebbe accaduto: il cartello "Slow" così ambiguamente interpretabile, non sarebbe stato esposto, le posizioni in gara sarebbero state congelate con Villeneuve primo e Pironi secondo; infine, avrebbe bloccato sul nascere qualsiasi prevedibile rimostranza da parte del francese. 

A Zolder Forghieri c’era e concesse quegli ultimi due giri di qualifica a Villeneuve con gomme già usurate, lo fece forse anche perché comprendeva lo stato d’animo del canadese che si sentiva defraudato, preso in giro. Perché nemmeno lui condivideva il trattamento che Villeneuve aveva ricevuto

Anche per il pensiero di come sarebbe andata in un’occasione in cui l’ingegnere e l’uomo non poterono essere presenti, passa la grandezza dell’uomo e dell’ingegnere. La Formula 1 è anche storia di destini e indimenticabili personalità, il nostro omaggio a Mauro Forghieri vuole significare il modo in cui li ha sempre onorati, anche attraverso il pensiero di come sarebbe andata quando la sua assenza si era fatta sentire così tanto.

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Foto Twitter Ferrari


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