Con il periodo di pausa invernale che la Formula Uno sta vivendo, in cui i team si stanno preparando per la nuova stagione, pochi sono gli argomenti a tenere banco nel mondo del Circus iridato, complice anche il letargo in cui tutti i piloti sono entrati per ricaricare le batterie e presentarsi pronti e competitivi per la prima gara della stagione 2023, il prossimo Marzo in Bahrain.
Durante questo periodo "off" rare, ma talvolta molto interessanti, sono le apparizioni o le dichiarazioni che i vari piloti concedono, poiché ricche di spunti di riflessione o utili a far comprendere meglio il loro mondo, la loro essenza, i loro interessi.
Molto bella e particolare è l'intervista concessa da Charles Leclerc ai microfoni di Sportweek, nella quale il Ferrarista ha parlato di sé stesso, delle sue passioni quando si toglie la tuta da gara. Tra le varie cose il monegasco ha parlato di moda: settore di cui è molto appassionato, oltre che sempre più addentrato, grazie alla partnership di Ferrari con Armani o alla linea di moda del Cavallino.
Per prima cosa, il pilota della Rossa ha parlato di quello che, per lui, è la moda.
"La moda è un modo di esprimersi senza parlare, l'ho capito quando ho iniziato a viaggiare nel mondo con la F1. Mi sono accorto che il vestire bene aveva un significato diverso a seconda delle culture. Allora ho iniziato ad interessarmi alla moda. Poi ho iniziato a frequentare le sfilate, sono diventato testimonial di Armani e sono entrato sempre più a contatto con l'ambiente. Sono stato alle sfilate di Ferrari e Armani. In generale però non mi piace sfilare, troppi occhi puntati".
Influenze, queste, che portano il driver di Maranello ad essere creativo nei suoi outfit...
"C’è una parte di me classica, che cerca semplicità e comodità, e una creativa che mi porta a giocare ricercando capi streetwear. Mi faccio guidare dall’umore, perché vestirsi è un modo di far capire qualcosa. In questo periodo preferisco grigio, beige, bianco. Non amo il fucsia, non mi vedrei vestito in fucsia".
Oltre che nel mondo modaiolo, la cura dei dettagli estetici è un questione che Charles non disdegna neppure in pista, mostrandosi attento ai disegni dei suoi caschi, sempre curati e ricchi di significato.
"Il design che preferisco è quello utilizzato quest'anno in Francia, con le foto di mio padre e di Jules Bianchi, persone importantissime per me che non ci sono più. La creazione dei caschi è curata da me e Adrien Paviot, un designer molto bravo".
Oltre ai disegni dei caschi, il pilota del Principato mostra buon gusto anche nella scelta dei colori delle sue auto, come la Ferrari 488 che usa tra le stradine di Monaco.
"In quel periodo usavo un casco nero con bandiera monegasca, così ho deciso di ordinare la macchina uguale. La scelta è stata azzeccata, mi piace molto".
Anche per un pilota, seppur per motivi tecnici e di sicurezza, l'abbigliamento ha un ruolo primario.
"Per i piloti la vestibilità è un aspetto tecnico più che estetico. Abbiamo due tute: una per presentazioni e filmati, aderente e bella da vedere, l’altra comoda da usare alla guida. Anche i materiali sono importanti. Parlando di scarpe preferisco quelle a suola sottile, per percepire le sensazione sui pedali, mentre non ho esigenze sui guanti".
Non si pone invece, almeno in Ferrari, il problema del colore: solo il rosso è concesso. Un colore capace di regalare emozioni importanti.
"La prima volta in rosso è stata emozionante, era il mio sogno arrivare in F1 e correre per Ferrari. Si trattava di un passo importante della mia carriera, e quando è successo ho pensato a mio padre, avevamo condiviso questo sogno".
La moda, indubbiamente, può essere considerata come una forma d'arte, altro argomento che il ferrarista non disdegna.
"Quando ho tempo vado a vedere mostre. Uno dei miei artisti preferiti è Basquiat, ma apprezzo anche Jason Boyd Kinsella".
Moda, arte ma anche musica: molte infatti sono le occasioni in cui, tramite social, Charles ha sfoggiato le due doti da pianista.
"Suono il pianoforte e invento brani miei".
Oltre alle auto, Leclerc possiede nel suo garage una moto con una storia particolare.
"Ho una sola moto che ho comprato a Bali quando ci sono andato con i miei amici. L’avevamo affittata e ho voluto portarla a Montecarlo. Ero arrivato in F1 e ho portato in vacanza gli amici più cari. Ci siamo divertiti".
Auto, moto ma anche gli aeromobili non lasciano indifferente il 25enne di Monaco.
"In volo si provano bellissime sensazioni, mi piacciono le prove di stallo, c’è adrenalina. E dire che ho sempre avuto paura di volare…".
Nel tempo libero Leclerc ama tornare sui kart, sia per divertimento ma anche per scovare possili talenti emergenti.
"Vorrei aiutare giovani talentuosi che non hanno i mezzi a emergere, ma farlo richiede tempo, quindi lo vedo possibile in futuro".
Giovani che, di fatto, lo considerano una specie di eroe, un riferimento.
"Ogni volta che vengo a Maranello ci sono sempre ragazzini che mi aspettano. È bello vedere lo sguardo di un bambino che si illumina quando facciamo una foto, basta un piccolo gesto per dare gioia. Io un esempio? Sono me stesso, mi comporto bene, se poi questo serve da ispirazione ne sono felice".
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