È stata una delle notizie di maggior rilevanza, oltre che dal grande impatto emotivo sui fan, quella del ritiro di Sebastian Vettel dalla Formula Uno al termine della stagione 2022. Un ritiro che il tedesco aveva annunciato nel corso della scorsa estate e che, tra le varie cose, trova le sue ragioni nella volontà del quattro volte campione del mondo di "staccare la spina" dallo stile di vita stressante, sempre in giro per il mondo del circus iridato, per dedicarsi maggiormente alla sua famiglia e ai suoi bambini.
Malgrado tutto, il pilota di Heppenheim ha sempre dichiarato, anche in occasione del suo commiato, il suo amore verso la massima serie automobilistica che, sin da bambino, ha accompagnato la sua esistenza. Per questo, non appena appeso il casco al chiodo, per l'ex pilota Ferrari è iniziato un susseguirsi di voci riguardanti il suo futuro professionale, non come pilota ma come figura manageriale o di consulenza nel paddock della F1.
Tra le varie ipotesi per il 35enne teutonico, si era paventata l'ipotesi di un suo ritorno in Red Bull come sostituto di Helmut Marko, ormai ultra 80enne e prossimo alla pensione. Un'idea che, proprio lo stesso dottor Marko, aveva apprezzato nel corso degli scorsi mesi sostenendo che Vettel sarebbe stato il suo sostituto ideale a Milton Keynes, sia come consulente della squadra che come talent scout.
A toccare questo interessante argomento era stato in particolare lo storico consulente di casa Red Bull, Helmut Marko, che è stato lo scopritore di Vettel quando il tedesco era solo un giovane ragazzino talentuoso e che con lui ha sempre mantenuto un bel rapporto di stima e amicizia.
Secondo il dirigente austriaco su questa ipotesi Vettel non si è mai espresso pubblicamente, ma era sembrato che il team di Milton Keynes fosse realmente fiducioso di trovare un accordo con il proprio ex pilota, magari tra qualche anno.
Dopo mesi di silenzio, sia da parte dello stesso Marko, sia da parte dello stesso Vettel (che non ha mai trattato pubblicamente l'argomento), a tornare sulla questione è stato il team principal della Red Bull, Christian Horner in una recente intervista alla testata tedesca 'Auto Motor Und Sport'. Secondo l'austriaco, di fatto, la priorità di Seb Vettel sia quella di adottare uno stile di vista meno stressante e programmato di quello a cui era abituato sino a pochi mesi fa. Una necessità che, oggettivamente, contrasta con quello che è richiesto ad un manager, un dirigente di un team di F1.
"Un ritorno di Vettel come dirigente Red Bull? Non credo, non lo vedo a stare in ufficio dalle nove del mattino alle cinque del pomeriggio, o lasciare la sua casa per trasferirsi nel Regno Unito. Penso che ci siano altre cose che vuole fare nella sua vita e con la sua famiglia".
Un ruolo, dunque, che non combacia con le attuali aspirazioni del quattro volte iridato che, secondo Horner, più che impegnarsi con un team dovrebbe adoperare le sue competenze per crearsi ruoli ad hoc all'interno del circus.
"Sebastian è uno spirito libero, ha tanti progetti che gli stanno a cuore. Forse potrebbe avere un ruolo come consulente ambientale per la F1. Quello potrebbe essere qualcosa più affine sue passioni e, ripeto, sarei sorpreso di vederlo coinvolto nelle attività di un team“.
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