È un Jean Alesi controcorrente quello che commenta le vicende del Gran Premio di Australia. A differenza di tanti, l'ex pilota francese ha difeso l'operato dei commissari della FIA e definito «comprensibile» la penalità comminata a Carlos Sainz nel finale di gara. Vi proponiamo di seguito un estratto della sua consueta analisi del martedì per Il Corriere della Sera.
"Il Gp d’Australia ha scatenato molte polemiche sul comportamento della direzione gara. Capisco l’impressione di aver visto una corsa caotica ma non condivido le contestazioni. Il direttore di gara secondo me ha applicato alla perfezione il regolamento", esordisce Alesi. Poi spiega il motivo della sua affermazione: "A Melbourne, quando ghiaia e altri detriti invadono la pista, è d’obbligo usare la bandiera rossa. Come accaduto dopo gli incidenti di Albon e di Magnussen, dopo le collisioni nel finale. Non ci sono alternative e i rischi per chi corre sono elevati".
Anche sulla penalità di cinque secondi comminata alla Ferrari di Sainz, il francese ha un'idea differente rispetto alla maggior parte degli addetti ai lavori: "Credo sia comprensibile. Come accade nel calcio o in altri sport, può arrivare una sanzione anche al termine della partita di fronte a una scorrettezza. E, onestamente, è stato Sainz a sbagliare poco dopo la terza ripartenza".
Il finale polemico nei confronti dei fan: "Il fatto è che dopo quella gara-non-gara di Spa e dopo il finale di Abu Dhabi 2021, il pubblico —enorme— è diventato giudice, assoluto protagonista. Questo allarga e moltiplica il dibattito. Bene, certo. Ma non sempre mi pare il caso di contestare chi gestisce le gare, soprattutto quando esistono dei motivi concreti per decretare una neutralizzazione".
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