Crashgate, lo sfogo di Massa «Cerco giustizia. Briatore mi disse che era estraneo, e Alonso...»
06/04/2023 08:05:00 Tempo di lettura: 6 minuti

"Stasera, dal Brasile, mi ha chiamato Massa. Caro, vecchio Felipe. Ci sono legami che non si spezzano. E ferite che non si rimargineranno mai", rivela Leo Turrini su quotidiano.net.

Massa cerca giustizia: lo scandalo crashgate

Negli ultimi giorni, il brasiliano ha annunciato di voler lottare con le unghie e con i denti pur di vedersi assegnare il titolo piloti 2008, scippatogli ingiustamente dallo scandalo crashgate che vide protagonista la Renault. Il team francese, nel tentativo di favorire le ambizioni iridate di Fernando Alonso, ordinò a Nelson Piquet di schiantarsi deliberatamente contro il muro durante il GP di Singapore. La vittoria andò proprio all'asturiano e il danno maggiore lo subì la Ferrari, con Massa che, nel valzer dei pit stop in regime di Safety Car, forse a causa di un semaforo difettoso, trascinò con sé la pompa della benzina spargendo carburante in pit-lane. Il tutto si tradusse in un tredicesimo posto che di fatto impedì al brasiliano di conquistare punti preziosi in ottica iridata. Alla fine, il Mondiale lo vinse Lewis Hamilton, al termine di un'altra gara - quella di Interlagos - contrassegnata da un episodio controverso (il sorpasso del britannico su Timo Glock a pochi metri dal traguardo). 

Parlando recentemente del crashgate - e qui si riapre il caso -, l'allora boss del Circus Bernie Ecclestone ha raccontato che lui e l'allora presidente della FIA, Max Mosley, erano a conoscenza di tutto ma volevano evitare che lo scandalo venisse alla luce. "Max ed io fummo informati durante la stagione 2008 di ciò che era accaduto nella gara di Singapore. Piquet Jr disse a suo padre Nelson che gli era stato chiesto dal team di schiantarsi deliberatamente contro il muro al fine di attivare una fase di safety car e aiutare il suo compagno di squadra Alonso", ha dichiarato Ecclestone a F1-Insider.com.

Lo scopo del "silenzio" era quello di salvaguardare la credibilità della Formula 1: "Decidemmo di non fare nulla momentaneamente. Volevamo proteggere lo sport e salvarlo da un enorme scandalo. Abbiamo avuto abbastanza informazioni nel corso del tempo per indagare sulla questione. Secondo lo statuto, avremmo dovuto annullare la gara di Singapore", ha detto Ecclestone. "Ciò vuol dire che quella gara non avrebbe dovuto essere valida in ottica iridata. Di conseguenza Felipe Massa sarebbe diventato campione del mondo e non Lewis Hamilton (che a Singapore ottenne 6 punti, ndr)", ha concluso.

Lo sfogo di Felipe Massa

Crashgate, lo sfogo di Massa «Cerco giustizia. Briatore mi disse che era estraneo, e Alonso...»

Tornando alla telefonata ricevuta da Turrini, vi proponiamo lo sfogo di Massa:

"È passato tanto tempo, eppure sembra ancora ieri. Io è dal 2009, da quando emerse questa brutta storia, che cerco la verità e la giustizia… Io non ce l’ho con Hamilton, assoluto. È un grande, ha battuto tanti record, giustamente è circondato da un meritato prestigio… Non c’entra lui, non mi aspetto che dica qualcosa sulla vicenda, lui era estraneo allo scandalo. C’entra la verità, c’entra la giustizia… Adesso sappiamo che quella gara doveva essere annullata. Senza se e senza ma. Potevano farlo, dovevano farlo. Alle Olimpiadi tolgono le medaglie a chi ha vinto barando. Qui Hamilton, ripeto, non ha barato".

"Come sarebbe cambiata la mia carriera?"

"Ma è stato fatto un danno alla credibilità della intera Formula Uno. È stata deviata la storia… Mi domando: come sarebbe cambiata la mia carriera, se avessi vinto il Mondiale che mi spettava? Io mi sono sempre sentito moralmente il campione, figurati come mi sento adesso… Quella ingiustizia ha colpito anche la Ferrari, i tifosi della Ferrari. Ha mortificato il mio popolo, perché se fossi stato riconosciuto campione l’amore dei brasiliani per la F1 non si sarebbe affievolito, sarebbe anzi aumentato…".

"Chissà se la Ferrari dirà qualcosa..."

"Sia chiaro: io non cerco quattrini, non invoco risarcimenti. Nemmeno so se proceduralmente sia possibile promuovere una azione legale. Sto parlando con bravi avvocati, qui da me in patria e anche in Europa… Chissà se la Ferrari vorrà a sua volta dire qualcosa di ufficiale. Io sono ferrarista dentro, lo sarò sempre. Sono andato in Bahrain e a Gedda, mi dispiace per le difficoltà attuali, non me l’aspettavo… Con Ecclestone ho parlato di persona, dopo le sue rivelazioni. Mi ha detto che per lui il campione 2008 sono sempre stato io. Sì, grazie…".

L'incontro con Briatore e il silenzio di Alonso

"Una volta incontrai Briatore su un campo di calcio. Erano passati anni dall’episodio. Gli urlai di dire finalmente la verità, in pubblico. Mi rispose che lui non sapeva, che era estraneo… Negli anni in cui sono stato compagno di Alonso non sono mai riuscito a dialogare su Singapore 2008 con lui. Se accennavo alla cosa, Fernando cambiava argomento. Ma sul lavoro abbiamo avuto una relazione corretta… Ecco, caro Leo, mi sono sfogato. Non ho paura di sembrare patetico. È forse patetico chi chiede gli sia restituita la verità insieme alla giustizia?".

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