Giorgio Terruzzi ha fatto il punto della situazione riguardo alle gare appena viste e quelle che verranno. In particolare si sofferma sul cambio di ritmo che la Formula Uno vivrà a maggio: da tre settimane di stop a quattro gare in un mese. Baku, Miami, Imola e Monaco hanno un compito importante: far capire se le sorti del Mondiale sono già scritte o se assisteremo a una lotta fino all'ultimo giro.
"Quattro corse importanti, su più piani perché da una parte chi gestisce la Formula 1 ha di fronte una raffica di appuntamenti chiave pensando allo show atteso negli Stati Uniti, alla tradizione della Romagna motoristica, al rito un po’ stinto ma sempre affascinante di Montecarlo; dall’altro c’è da verificare la tenuta di una supremazia tecnica, quella della Red Bull e di Verstappen, devastante proprio pensando alla tensione agonistica, ancora fondamentale per dare smalto a corse pensate come attrazioni non solo per patiti della velocità", scrive Terruzzi in un articolo sul sito di Red Bull.
Gran parte del contributo del giornalista riguarda una dicotomia che in molti stanno sottolineando: la Formula Uno è alla ricerca costante dello spettacolo, ma col dominio di Red Bull, come di qualsiasi altra squadra, si perde l'interesse nel vedere le gare. "Pare una annata segnata per quanto riguarda la conquista del titolo Mondiale. Il che, dopo gare 3, in attesa di gare 20, vale come handicap molto invalidante per una serie di manifestazioni in crescita e alla ricerca di una crescita ulteriore", così recitano le parole di Terruzzi. "Dunque, tutti contro Red Bull, anche per ragioni non puramente sportive. Sto parlando del bisogno di proporre un divertimento più connesso all’incertezza perché comunque la si guardi, una stagione lunga un intero anno, dall’esito indiscusso dopo pochi mesi, complicherebbe la vita a chiunque".
Cosa riporterebbe l'interesse verso questa stagione, quindi? Il giornalista ne è convinto: "Che vinca Alonso, che vinca Hamilton, che vinca Russell, che torni a vincere, caragrazia, una Ferrari, magari con Leclerc, il cui valore resta fondamentale per le sorti dell’intero circo. Magari senza quella confusione vista a Melbourne, simile ad un surrogato spettacolare che nulla comunque incide sulla gerarchia. Ciò che serve è una maggiore qualità rispetto al cronometro, non altro. Allontanando il sospetto che possano intervenire ingredienti di altra natura pur di riportare in equilibrio un Mondiale che a molti pare già deciso."
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