Giorgio Terruzzi, in un articolo pubblicato su Autosprint, torna a commentare la performance della Ferrari nel Gran Premio d'Australia. Cercando di fare ordine in quella che definisce "la corsa più disordinata dell'anno", il giornalista analizza sia la vettura che i due piloti. Riguardo alla SF-23, ha poi affermato: "La macchina migliora. L’ha dimostrato Sainz mettendo assieme una quantità di giri ritmati e consistenti. E' un segno prezioso, contrario a quelli manifestati sin qui, con un mese di tempo ora per radunare le idee e continuare a progredire".
Terruzzi spende parole buone anche su Carlos Sainz che, come unico alfiere del Cavallino rimasto in gara, ha comunque viaggiato su i ritmi di Mercedes e Aston Martin. Si è trovato poi fuori dai punti per l'unica macchia sul finale: l'incidente con Alonso. E su questo, il giornalista non si è tirato indietro nel lanciare una frecciatina alla direzione gara. "Il ragionamento salta di netto il caos che ha segnato la gara australiana, per l’unica disciplina sportiva che non si appoggia mai e poi mai ad un regolamento chiaro e semplice. Macché: dipende. Da chi governa la corsa, qui o là. Dal suo umore, dalle sue convinzioni. Un dilettantismo che fa inorridire anche perché va bene lo spettacolo ma siamo oltre il lecito, la misura, la reiterazione della confusione, che fa anche rima", recita il suo contributo sul giornale.
Di tutt'altra opinione, invece, si mostra Terruzzi riguardo a Leclerc. Non attribuisce al pilota particolari colpe, ma soltanto uno stato d'animo irrequieto di cui è in balia per colpa di avvenimenti esterni. Le sue parole dicono che "dopo un inverno complicato da qualche intervento politico sempre controproducente per un pilota, si aspettava una stagione confortante, una annata in cui confermare, come minimo, il proprio valore dentro e fuori dalla squadra. Il fatto è che Charles ha compreso all’alba della stagione che anche questo Mondiale avrebbe comportato salite e frustrazioni, tutto al contrario di quanto accade a Verstappen che da sempre rappresenta l’alter ego".
Leclerc, invece, "ha a che fare con un pentimento supremo", afferma Terruzzi. "Basta guardarlo in faccia per misurare uno sconforto ormai conclamato e stabile. Abbinato ad una complicanza altrettanto preoccupante perchè le alternative sono quasi inesistenti. Per Charles c'è il rischio di sentirsi condannato a stare dove si trova, il tutto mentre accusa un ritardo inatteso nei confronti di Sainz. E proprio mentre Charles metteva in pista il suo lato debole, l'altro offriva una prova di maturità sorprendente. Un fine settimana infelice, che richiede un recupero superiore a quello preteso dalla macchina che guida. Serve tatto per gestire la fase più complicata della sua carriera potenzialmente strepitosa".
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