Il 2023 si sta rivelando un momento nero per la McLaren. La squadra di Woking sta faticando da inizio anno, avendo sbagliato il progetto della MCL-35, e ora sta portando cambiamenti dentro e fuori dalla pista. Il nuovo team principal e un nuovo team di ingegneri, tra cui l'ex Ferrari David Sanchez, hanno ora il compito di riportare la scuderia alla sua vecchia gloria, anche se la strada sembra lunga. Sebbene a Baku ci sia stato uno sprazzo di speranza, questo si è spento a Miami quando entrambe le vetture sono state eliminate in Q1.
Sulle difficoltà del team inglese si è espresso Lando Norris nel podcast di F1 Nation. Il primo argomento che il pilota ha affrontato è stata la curiosa scelta di pneumatici, incalzato da un intervento di Pedro De La Rosa. "Entambe le McLaren sono partite con la gomma soft, una scelta inusuale. Tutti sapevano che già le medie erano gomme molto marginali, figuriamoci le soft", ha detto lo spagnolo. Al che il numero 4 della griglia ha risposto: "Partire con le soft mi ha fatto guadagnare tre o quattro posizioni, ma poi le ho perse. Ho avuto un contatto in partenza che e mi ha causato un danno alla macchina: ho perso 10 punti di downforce nel posteriore, il che fa una grande differenza. Non avrebbero cambiato i risultati, nè ci avrebbero reso più veloci, ma quantomeno non saremmo stati così lenti. Credo che Nyck si sia dimenticato di frenare".
Il microfono è poi passato a Tom Clarkson, il quale ha fatto un paragone tra la performance della McLaren in Azerbaijan con quella negli Stati Uniti. "A Baku avete avuto un bel weekend, e pensavo che la squadra avrebbe fatto dei bei passi avanti, mentre in questi giorni non avete concluso quasi nulla", ha detto il giornalista. "Hai ragione", ha poi commentato Norris. "Non è che non abbiamo idea di dove migliorare, ma servono tempo e lavoro. La macchina è dipendente dalla pista e dal termometro: se la temperatura fosse stata più bassa saremmo stati lì con gli altri. In FP2 il nostro passo gara non era male, ma in qualifica con 20 gradi in più nell'asfalto è stato terribile".
"A Baku non eravamo al settimo cielo, solo che non è stato così male. Era come il resto dell'anno: sappiamo dove dobbiamo migliorare e dobbiamo essere pazienti, anche se non voglio esserlo", ha continuato poi l'inglese, il quale si è dimostrato contento alla prospettiva del prossimo GP. "Imola è uno dei circuiti in cui vado meglio, e anche la nostra macchina si è sempre adattata bene lì. Qui a Miami ci sono delle curve lunghe, a 180 gradi, ed è stato doloroso guidare lì. In Italia, invece, ci sono curve a 90 gradi con grandi frenate, dove non devo portare la velocità."
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