Frederic Vasseur ha rilasciato una lunga ed interessante intervista ai microfoni de Il Corriere dello Sport trattando temi riguardanti il passato, il presente e il futuro della Ferrari. Ve ne proponiamo un estratto in cui il francese ha fatto un bilancio dei suoi primi sei mesi alla guida del team, soffermandosi anche sul deludente bottino racimolato in questi inizio di campionato e sulla situazione dei due piloti della Rossa.
"...sono ancora vivo!", esordisce scherzando Vasseur quando gli viene chiesto di fare un bilancio dei primi sei mesi alla guida della Ferrari. Stuzzicato poi sul deludente andamento del Cavallino rispetto ai proclami trionfalistici pre-campionato, il francese ammette: "Andavano oltre la realtà e al lancio in febbraio non potevamo immaginarlo. Ci è apparso chiaro con i test invernali. Un fatto spiacevole, ma la reazione della squadra è stata positiva: ognuno si fa in quattro per sviluppare".
Pertanto Vasseur non se la sente di fare promesse: "Non possiamo parlare di obiettivi e di scadenze, se non dicendo: dobbiamo sviluppare tutte quelle piccole cose contribuiscono alla prestazione della macchina. I tifosi, i giornalisti, gli sponsor vorrebbero sapere quando si tornerà a vincere: dare una risposta precisa sarebbe sciocco. Perderei tempo se mi lambiccassi pensando a dov’è la Red Bull e dove siamo noi. Concentriamoci su noi stessi, e basta".
Lavorare duro ed assemblare una squadra vincente per il futuro, è questo l'imperativo in quel di Maranello. A tal riguardo, Vasseur ha recentemente annunciato di aver preso due tecnici top senza però fornire ulteriori dettagli. "Perché non ho fatto i nomi? Sono ancora in attività in altre squadre e non sappiamo quando potremo averli con noi. I tempi che abbiamo a disposizione in Formula 1 non sono quelli di un allenatore di calcio: se prendo un ingegnere lo potrò utilizzare magari due anni più tardi e il suo lavoro farà effetto al terzo anno. Quest’anno assumeremo un’ottantina di tecnici, la metà nuovi e l’altra metà per sostituire chi va via, o in pensione o viene spostato in altri settori. I nomi li comunicheremo quando iscriveranno i figli a scuola... Bisogna agire con discrezione per cercare di ridurre al massimo il loro periodo di gardening", spiega il dirigente transalpino.
Sul tema delle gerarchie interne al team tra Leclerc e Sainz: "Ho detto che il titolo piloti si insegue puntando su uno soltanto? No no, non mettetemi in bocca parole di Helmut Marko! Io non l’ho mai detto, né l’ho mai fatto. Dico solo che se vuoi puntare al Mondiale piloti, a un certo punto della stagione devi fare una scelta e privilegiare chi è più avanti in classifica. Comunque non siamo oggi in queste condizioni. Lo farei anche se davanti ci fosse Carlos? La domanda presume che Charles sia numero uno, ma non è così. Ho cominciato questo lavoro venticinque anni fa pensando che a due piloti si dovesse dare lo stesso supporto, e non ho intenzione di cambiare. Tutti i team si muovono in questo modo, con l’eccezione della Red Bull con Verstappen e Perez". E sui rinnovi: "Cominceremo a parlare verso fine stagione ed entrambi lo sanno bene: gliel’ho detto appena sono arrivato. Oggi l’unica priorità è sviluppare la macchina».
Infine, il passaggio finale sulla situazione attuale del team di Maranello: "Siamo in un mondo competitivo in cui ognuno lavora per dare il meglio, come Mercedes che ha vinto sette campionati di fila, o Red Bull sei volte campione in dodici anni. E il nome Ferrari non basta per vincere: il successo scaturisce dal lavoro, non dalla storia. Credo che noi si stia andando nella giusta direzione e abbiamo grandi risorse come altre due o tre squadre, mentre una volta questo privilegio spettava solo a uno o due team".
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