Mercedes, Allison: «In F1 si lavora tutti insieme. DT? Ecco dove faccio la differenza»
24/08/2023 13:10:00 Tempo di lettura: 4 minuti

Dopo una stagione 2022 davvero difficile, a causa di una monoposto, la W13, con una filosofia (coraggiosa ma sbagliata) 'zero-sidepods' e penalizzata dal porpoising, il team Mercedes nutriva grandi speranze per il mondiale 2023 e di riuscire, nella seconda stagione del ciclo tecnico di vetture ad effetto suolo, a produrre una vettura capace di tornare a lottare per pole position e vittorie.

Eppure, malgrado le aspettative, anche in questo 2023, il team di Brackley ha faticato (almeno nelle prime gare) nel riuscire ad estrarre il potenziale dalla monoposto, venendo addirittura relegata dietro a team come Aston Martin. Un avvio di stagione difficile a cui, però, ha fatto seguito un notevole miglioramento della situazione, a suon di duro lavoro svolto dai tecnici di Brackley, guidati dal rientrante (dopo due anni da CTO) direttore tecnico James Allison. Un miglioramento con cui la Mercedes è stata in grado di tornare ad essere seconda in classifica costruttori, pur restando ancora a distanza dalla straordinaria Red Bull.

E proprio del suo nuovo (vecchio) ruolo all'interno del team della stella ha parlato lo stesso James Allison in un'intervista riportata da 'Motorsport.com', dicendosi totalmente felice e soddisfatto del suo attuale impiego, definendolo il migliore possibile nel mondo della F1, pur tra varie difficoltà e pressioni ad esso relative.

"In F1 non credo esista lavoro migliore e più piacevole di quello di direttore tecnico. Non significa che sia privo di stress, ma la ricompensa per ogni progresso e guadagno che si ottiene è enorme come soddisfazione. C'è solo da capire cosa non va e cercare di migliorare le cose. È un puzzle senza fine. L'aspetto più difficile di questo ruolo rispetto a quello del CTO è il carico che richiede. Tutti sono sotto pressione, ma il DT sente la pressione quando la macchina non è in pole e non vince. Il CTO guarda un po' più in là nel tempo".

Un lavoro nel quale, secondo l'ex Ferrari, è molto importante saper coinvolgere tutti i membri del team (in maniera non impositiva) saper fare squadra e remare tutti nella stessa direzione, guardando le cose in maniera globale e non marginale.

"Se dovessi scegliere una cosa che ho fatto, è cercare di incoraggiare le diverse parti dell'azienda a lavorare insieme invece di lavorare duramente solo nei propri settori. Devi solo fare il meglio, ascoltare le persone che ti circondano, cercare insieme di individuare la strada più promettente e poi cercare di allineare tutti in quella direzione. Non si è costretti a trascinare le persone a forza di urla in una direzione. Sono sempre stato bravo a convincere le persone a fare qualcosa senza che si sentissero maltrattate".

Un lavoro di miglioramento che, di fatto, parte dal direttore tecnico James Allison e coinvolge tutti i reparti della squadra, dalla pista agli aerodinamici, dai motoristi fino ad aspetti legati alla meccanica.

"Quando sono tornato a ricoprire il ruolo, il team stava lavorando per migliorare la vettura attuale. Io no, stavo lavorando su altro. Tornare a essere coinvolto significa tornare a collaborare con i colleghi che si occupano di queste cose. Quindi, non è che sono tornato e ho detto: 'Oh, no, idioti! Non l'avrei fatto in questo modo. Dovete fare questo e andrà bene. È come se mi mettessi al volante insieme a John Owen, Loic Serra, Andy Shovlin e Jarrod Murphy per cercare di capire quale sia la strada migliore e tornare alla normalità".

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Foto copertina www.mercedesamgf1.com


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