La stagione 2023 di Sergio Pérez è stata decisamente complicata. Pur escludendo l'impietoso confronto con Max Verstappen, il messicano ha commesso troppi errori e in diversi weekend non è riuscito neanche a salire sul podio, dimostrando di aver perso la costanza che un tempo lo caratterizzava.
Secondo Windsor, però, Checo rappresenta il numero due perfetto per un team: "In questo momento, Max è abbastanza felice con Sergio Pérez nell'altra auto. Vince ancora le gare, è ancora veloce e in grado di fare molte delle cose che servono a un secondo pilota della Red Bull".
Seppur ammettendo gli errori del messicano, Windsor crede che le aspettative nei confronti del pilota siano troppo alte: "Di tanto in tanto esce un po' dalle righe e devono rimetterlo in sesto, ma a parte questo, è praticamente il numero due perfetto, non vedo perché la Red Bull debba sostituirlo. Cosa si aspetta la gente da lui?".
Infine il giornalista britannico si è lasciato andare a una battuta sul pessimo weekend di Pérez in Giappone: "Quando Max doveva essere in pista a Suzuka, per vincere il Campionato Costruttori, facendo tutto a modo suo, distruggendo senza pietà gli avversari, Checo era seduto tranquillamente nel garage".
Sergio Pérez crede che guidando una Red Bull la pressione mediatica sia amplificata rispetto al resto della griglia: "Se succede qualcosa alla Red Bull, hai subito trecento canali mediatici che ti dicono che devi andare via", ha detto.
In conclusione Checo crede che anche le sue origini siano motivo di maggiori commenti negativi dalla stampa, usando Russell come esempio: "Questo genere di cose accade spesso in Formula 1 ed è così che funziona. Inoltre, ho la sensazione che anche essere messicano abbia molta influenza, l'abbiamo visto con Russell. Ha perso una terza posizione all'ultimo giro (a Singapore), ma non si sente nessuno parlare di questo".
Queste dichiarazioni di Pérez rimandano sicuramente a quelle rilasciate da Helmut Marko qualche settimana fa, in cui il consulente della Red Bull affermava che "Sergio, in quanto messicano, non può avere la stessa mentalità di un olandese (Verstappen) o di un tedesco (Vettel)".
I due hanno poi chiarito il fraintendimento mediatico, eppure l'impressione è che Sergio continui a sentirsi la vittima del sistema, quando semplicemente le sue prestazioni non sono all'altezza del sedile che occupa.
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