Tanti auguri Alan Jones, campione quasi dimenticato
02/11/2023 09:10:00 Tempo di lettura: 5 minuti

Se la storia è spesso ingiusta, nel ripartire l’importanza da attribuire a uomini ed eventi, non possiamo aspettarci che la storia dello sport faccia eccezione. In effetti, in più di un caso aggettivi e definizioni non stanno appresso alla realtà delle cose e nella galleria dei ricordi non tutte le istantanee sono inserite nella cornice che meriterebbero. 

Oggi compie gli anni Alan Jones, che nella Formula Uno tra la fine degli anni Settanta e l’inizio del decennio successivo si caratterizzò, oltre che per essere uno estremamente veloce e coriaceo nei duelli, per aver dato luogo a due storiche “prime volte”, che restano scolpite nella storia dell’ automobilismo: la prima e unica vittoria della Shadow, scuderia che lo aveva scelto per sostituire il povero Tom Pryce, da lui condotta al primo posto del Gran Premio d’Austria del 1977, quindi il primo titolo mondiale vinto dalla Williams, quello del 1980; un campionato del mondo per disputare il quale Jones si ritrovò tra le mani la Williams FW07 e la sua evoluzione FW07-B, motorizzate Cosworth; un tipo di vettura che potremmo considerare precorritrice dell’effetto suolo, anche se la prima ad aver portato in pista la soluzione attraverso le minigonne fu la Lotus nel '77. 

Tanti auguri Alan Jones, campione quasi dimenticato
Alan Jones al volante della Shadow - 1977 

Un Mondiale che rappresenta una sorta di spartiacque storico per più di un motivo, uno dei quali molto doloroso, ovvero l’incidente di Long Beach che estromette per sempre Clay Regazzoni dal Circus e gli preclude l’uso delle gambe. Una nuova generazione nel frattempo si affaccia alla Formula Uno, capeggiata da Alain Prost e Nigel Mansell, mentre hanno già cominciato a farsi onore i vari Villeneuve, Arnoux, Piquet.

La Formula Uno stessa sta cambiando pelle e, più che altro, cassa di risonanza, grazie alla moltiplicazione delle dirette televisive su scala mondiale e all’iniezione di capitali con sempre più zeri nelle cifre, per merito delle sponsorizzazioni. 

Jones l’australiano, che Frank Williams aveva scelto nel 1978, in quella stagione deve vedersela con un agguerrito Nelson Piquet e con un compagno di squadra come Carlos Reutmann, grande pilota ma tutt’altro che collaborativo e, secondo la definizione che ne aveva dato Enzo Ferrari, dal carattere “tormentato e tormentoso”. Jones riesce ad affermarsi grazie a cinque vittorie e alcuni altri preziosi piazzamenti, dando ragione a Williams e a un direttore tecnico lungimirante come Patrick Head, che avevano preferito puntare su di lui come prima guida. 
Tanti auguri Alan Jones, campione quasi dimenticato

Veloce, dicevamo, ostinato e regolare nelle prestazioni: il suo titolo mondiale è in parte frutto della sua storia, una storia che in Australia era cominciata con la fascinazione per un papà corridore in auto ed era proseguita in Europa, dopo il 1967, a caccia di occasioni, riconoscimenti e soldi, perché lui in dote non ne portava molti: le corse erano una passione, in famiglia, non una possibilità da privilegiati ad alto livello.

Il talento gli ha aperto porte, una dopo l’altra; prima di conquistare le vittorie ha dovuto conquistare il diritto di giocarsele. Uno così non dovrebbe mai essere giudicato una meteora, né la sua parabola sportiva essere definita episodica, come si legge in più di una ricostruzione.

Vero è che sarebbe dovuto durare di più, in Formula Uno, ma il 1981 alla Williams è caratterizzato dai dissapori con Reutmann e dai capricci di quest’ultimo al punto tale che al termine di un mondiale in cui la disunità interna alla scuderia ha “contribuito” alla vittoria finale di Piquet e della Brabham, Jones non vuole più saperne. Sorprendentemente tornerà, cinque stagioni dopo, con la Haas, in una Formula Uno molto diversa, forse più per soldi che per motivazioni agonistiche. 

Tanti auguri Alan Jones, campione quasi dimenticato

Australiano vincente molto tempo dopo Jack Brabham e moltissimo prima di Webber, Ricciardo e ora di Piastri, Jones ha meritato ogni giro del quale è stato protagonista. Una storia della Formula Uno che si rispetti, non può che definirlo un campione, che nella memoria degli appassionati a volte può valere di più dell’essere stato o meno Campione del
Mondo
. Lui, in ogni caso, s’era guadagnato anche quello.

Foto interna x.com

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