Arnoux: «Piloti di moto hanno 8 pa**e. F1 faticosa? Noi distrutti, oggi ballano sul podio»
14/11/2023 07:30:00 Tempo di lettura: 4 minuti

Sono ancora fresche nella memoria di tutti le condizioni climatiche estreme che hanno caratterizzato lo scorso GP del Qatar. Condizioni di caldo estremo, con 31 gradi e oltre il 70% di umidità, tali da essere percepiti maggiormente dentro gli abitacoli. Una situazione che, come ricordiamo, ha portato vari piloti ad affrontare varie difficoltà nel corso dei 300 chilometri di gara, e non solo, arrivando stremati alla fine.

Condizioni che hanno spinto, ad esempio, Sargeant a ritirare la sua Williams in anticipo, o Piastri e Norris ad accasciarsi nel dopo gara, passando per Ocon e Tsunoda giunti al vomito in macchina. Situazioni estreme che hanno riportato alla mente scene iconiche della storia della F1, con piloti stremati a fine gara come Mansell a Dallas '84 o Senna a Interlagos '91 e facendo tornare d'attualità il tema legato fatica, fisica oltre che mentale, legata alla guida di una monoposto di F1.

Questione di cui, in occasione delle Finali Mondiali Ferrari, chi scrive ha avuto modo di toccare con l'ex pilota di Formula Uno, René Arnoux nel corso di una intervista esclusiva per "Formula1.it". Il francese, malgrado ciò che si è scritto sul GP qatariota, ha espresso il suo punto di vista relativo alla fatica dei piloti sostenendo che, a differenza delle auto della sua epoca (tra fine anni '70 e '80), quelle attuali siano ben più facili, assistite e meno "dure", rendendo di fatto la guida meno complessa, spostando così la sfida sul piano mentale piuttosto che su quello fisico.

"Le auto di oggi sono più confortevoli, con elettronica meravigliosa, assistite. Tutto questo ha tolto il piacere di guida: l'elettronica interviene in uscita curva, il momento più bello, hai lo sterzo e il cambio assistito, freni dolci, tutto morbido. Ai miei tempi era tutto duro, noi a metà gara eravano già distrutti. I piloti di oggi invece ballano sul podio...".

Differenza sostanziale, tra le vetture di ieri e quelle di oggi, che porta René a voler evitare, pur su esplicita domanda, paragoni tra i piloti della sua generazione e quelli contemporanei.

"Preferisco non parlare dei piloti di oggi e non fare paragoni. Una volta guidai la F2004 di Schumacher e, appena sceso, tutti mi chiedevano la differenza tra le auto attuali e quelle della mia epoca. Come il giorno e la notte, perciò non faccio paragoni".

Una differenza netta, tra la F1 di ieri e quella di oggi (sia come auto che come spirito), che ha portato Arnoux a perdere, nel tempo, parte del suo interesse per il Circus iridato e ad avvicinarsi maggiormente alla MotoGP in cui, dal suo punto di vista, l'aspetto racing, la passione, l'anima del motorsport duro e puro sono ancora ben presenti.

"Seguo di più la MotoGP che non la F1, mi ritrovo nell'atmosfera delle gare per come le concepisco. I piloti di moto hanno un gran coraggio: noi abbiamo talento, loro molto di più: se noi abbiamo quattro pa**e, loro ne hanno 8. Ritrovo l'atmosfera che piace a me. In F1 se vai a vedere una gara ti ritrovi a vederla in TV, non ti fanno andare al muretto. Preferisco restare a casa e bere una birra".

Leggi anche: Apre lo Shoey Bar, chiunque potrà sentirsi un po' come Ricciardo a Las Vegas

Leggi anche: Horner: «La Ferrari aveva quasi ingaggiato Newey, ma poi...»

Foto copertina twitter.com


Tag
arnoux | ferrari | motogp | f1 | qatar |