08/12/2023 09:15:00 Tempo di lettura: 10 minuti

Abbiamo avuto l'onore ed il piacere di parlare con Leonardo Senna, fratello minore di Ayrton. Un'intervista emozionante, ricordando il pilota, le sfide in pista, l'incidente, ma anche l'uomo ed il fratello. Ecco il video e la trascrizione della nostra emozionante esclusiva.

Leonardo, vuoi spiegarci perché sei qui in Italia?

Siamo di famiglia italiana, i miei avi sono italiani e siamo venuti ad ottenere la cittadinanza qui in Italia.

Cosa pensi dell'Italia rispetto al tuo Paese?

Il Brasile ha una delle più grandi colonie italiane del mondo e abbiamo questa connessione con l'Italia per la famiglia e principalmente con la gastronomia.

Leonardo Senna quindi adesso è italiano?

Sì, Leonardo Senna è italiano.

Leonardo, cosa fai oggi nella vita?

Stiamo lavorando con il brand Senna, che è stato creato per Ayrton. Il brand sta sviluppando una serie di prodotti e di licenze per prodotti. Come esempio, posso dirti degli orologi Tag Heuer. Abbiamo creato anche un'auto McLaren Senna, in produzione limitata, un'auto da pista per andare in strada, omologata per la strada. È un'auto estremamente veloce nei circuiti, per quelli a cui piace la velocità. È un'auto al limite di ciò che può essere approvato per le strade. È stata creata con specifiche di pista.

Senna è un nome riconosciuto in tutto il mondo. In Europa sono molto affezionati a Senna, oltre che in Brasile. In Italia ancora di più, anche se poi Senna non è stato mai un pilota Ferrari, però poteva diventarlo...

Penso che fosse un sogno di Senna, correre con la Ferrari. Penso che sarebbe successo se fosse stato vivo, crediamo che sarebbe finito alla Ferrari.

Ho alcune domande per ricordare Ayrton, la prima un po' particolare, sulla giustizia, per capire se voi, la famiglia, avete accettato l'incidente, l'esito della giustizia, del tribunale, la sentenza. Come avete percepito quella sentenza?

È un po' complicato, non possiamo essere sicuri di ciò che è successo, ma c'è stato un problema, una rottura dello sterzo. Hanno fatto alcuni interventi nella scatola dello sterzo e infelicemente c'è stata questa rottura che ha causato l’incidente. Sfortunatamente non c’è stata una sanzione per nessuno, ma non avevamo più cosa fare. 

La sentenza ha stabilito che è stato un incidente, ma c'era forse qualche responsabilità...

"Per loro era chiaro che c'era qualche responsabilità" aggiunge l'interprete. 

Una domanda che riguarda Ayrton e il suo paese. In Italia era molto amato, ma per il Brasile è stato un idolo, è stato importante come punto di riferimento per tutti, dalla fascia più bassa alla fascia più alta della popolazione, giusto?

Sì, Ayrton, da quando ha iniziato a vincere nelle categorie inferiori, ma principalmente quando è arrivato in Formula 1, prendeva spesso la bandiera del Brasile ... 'sono brasiliano'. Aveva questo orgoglio di essere brasiliano. E per questo motivo, in molte gare, alla fine, quando vinceva, se qualcuno gliela passava, prendeva la bandiera e girava, perché i brasiliani avevano una bassa autostima, anche per i tanti problemi che aveva il Brasile, e lui voleva elevare questa autostima.

Ricordi delle rivalità con gli altri piloti? Ad esempio la grande sfida con Prost. Ricordi come lui la viveva?

Guarda, naturalmente quando Ayrton è arrivato in squadra Prost era il primo pilota, il primo pilota della McLaren, e quando Ayrton è entrato lo ha sfidato, ed è stato un duello molto intenso in quegli anni, mentre erano insieme. Anche dopo che Prost ha lasciato la squadra, Alain è sempre stato l'avversario principale di Ayrton. Ma penso che in realtà, alla fine, stavano addirittura ristabilendo una amicizia. E a un certo momento Ayrton ha detto, 'Torna in Formula 1 Prost'. Credo che nel profondo gli sia piaciuta la sfida che aveva con Prost perché era un pilota molto talentuoso. Penso che sia una cosa tipica dello sport. 

C'è stata un Gran Premio in cui Ayrton ha chiamato Prost sul podio, l'ultima gara di Alain. C'è stato un abbraccio.

Esattamente ciò che ho detto. Alla fine, penso che siano tornati ad avere un rapporto di amicizia. Logicamente, non un’amicizia normale, un’amicizia differente, per la disputa che hanno sempre avuto tra loro. Ma c'è stato un riconoscimento reciproco di ciò che erano i due per la Formula 1. 

Invece credo che non siano mai stati vicini Nelson Piquet ed Ayrton. Nelson forse non riusciva a capire perché Ayrton era l'idolo del Brasile, e lui no.

Sì, veramente non c'è mai stato una rapporto tra loro. Penso che erano molto diversi. È completamente diverso da Prost e da altri piloti che c’erano nella Formula 1. Con Piquet questo rapporto non è mai esistito. Penso che la cosa non sarebbe mai cambiata.

Come era Ayrton come fratello, non come pilota?

Allora, io ero il fratello più piccolo della famiglia, e quindi l’ho seguito fin dal primo momento, mentre studiavamo nella stessa scuola, e si andava dalla scuola in pista. Ayrton era totalmente dedicato alla sua attività e a tutto questo, quindi io lo accompagnavo come fratello. Abbiamo avuto un rapporto molto buono. A me piaceva fotografare, fare video di lui all'epoca, e lui era una persona molto vicina a noi, vicina a me, vicina a miei nipoti, a miei genitori. Dentro lui era una persona, quando usciva un po' da quell'ambiente della Formula 1, era molto più spontaneo.

Leonardo, un ricordo brutto. Eri con Ayrton a Imola nel 1994, come hai vissuto l'incidente, hai visto le immagini subito, ti hanno chiamato dopo?

Noi stavamo nello stesso hotel, e siamo andati in pista di mattina. Stava vivendo una giornata molto tesa, aveva una carica molto pesante, e nei primi giri c'era molta tensione, all'inizio della gara. Io ero lì, e appena c'è stato l'incidente ed è stato portato all'ospedale, subito dopo è arrivata la notizia che era morto.

Una curiosità su Ayrton, qualcosa che non tutti sanno e che ricordi di Ayrton?

Una volta (lui già guidava la macchina per accompagnare mia madre) era molto piccolo, credo che avesse circa dieci anni e io avrò avuto circa quattro anni, e siamo usciti con la macchina per girare nel quartiere, a San Paolo, e poi è apparso un agente di polizia e ha visto lui così piccolo, e io in piedi perché non riuscivo a vedere, e ha detto, “Ma chi ti ha lasciato prendere la macchina?” E lui: no, portala a mia madre, portala a mia madre”, lui ci ha portati a casa, mia madre ci ha visti ed ha preso la chiave dall’agente. E' stata una situazione molto divertente, e alla fine l’agente ci lasciò andare ed è andata bene.

Ti ringrazio tantissimo per questa intervista, in questa bellissima struttura a Terme Vigliatore (Hotel “Il Gabbiano”) … ma ti piace l'ambiente siciliano? Ti piace la Sicilia?

Sì, qui la natura è bellissima, mi piace il calore. Il clima quando vengo qui è molto bello, e sia io che Ayrton amiamo molto la cucina italiana, così abbiamo continuato a cercare ristoranti e qui abbiamo sperimentato molte cose.

Ultima domanda: pensi che se oggi Ayrton fosse vivo, anche lui avrebbe avuto il desiderio di essere ANCHE italiano?

Credo di sì, lui parlava molto bene l'italiano, credo che stesse puntando alla Ferrari, e credo che lui, come mia madre mia sorella e me, avrebbe la cittadinanza italiana.

Grazie Leonardo, grazie davvero.


Si ringrazia il Comune di Terme Vigliatore, il sindaco e il personale per la gentilissima ospitalità. In particolare la signora D’Andrea Grazia, coordinatrice dell’Ufficio Anagrafe Stato Civile, che ha organizzato il nostro incontro con Leonardo Senna.

Si ringrazia anche il signor Johnny di Domenico, che ci ha supportato come interprete durante e dopo l'intervista, e l'Hotel Il Gabbiano per la gentilissima ospitalità.

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