Uno dei rapporti più belli, professionali e umani che la Formula 1 abbia mai visto è di sicuro quello tra Jean Todt e Michael Schumacher, destinato anche a entrare nella storia dello sport per i cinque Mondiali piloti consecutivi che hanno portato a Maranello tra il 2000 e il 2004. Il francese è anche una delle poche persone che possono avere contatti con il campione dopo il suo terribile incidente sulle piste di Meribel, al seguito del quale la famiglia si è chiusa in un alone di riservatezza.
I media non perdono l'occasione di chiedere al manager delle condizione di salute del pilota, ma Todt non tradisce mai la fiducia che la famiglia gli ha concesso, e non dice mai una parola di troppo. Infatti, di fronte a questa richiesta posta dal quotidiano La Stampa ha risposto: "Michael è un amico, lo considero parte della mia famiglia. Vado a trovarlo regolarmente, in passato abbiamo seguito dei GP in tv. Come sta? È una questione privata. L'unica cosa che dico è che adoro Michael, adoro la sua famiglia ed è giusto rispettarne la privacy".
"I record sono fatti per essere infranti", aveva detto il sette volte campione in una vecchia intervista, e così è stato. I suoi numeri di vittorie, pole position, giri veloci e giri in testa sembravano impossibili da raggiungere, ma Hamilton prima e Verstappen adesso stanno portando l'asticella sempre più in alto; il britannico era vicino anche a conquistare uno storico ottavo titolo, che è stato perso con non poche controversie.
In questi anni, invece, si è instaurato un dominio dell'olandese sulla Red Bull che ricorda il ciclo di Schumacher con la Rossa. Riguardo alla questione, Todt ha affermato: "Sì, ci sono affinità. La Red Bull ha costruito una squadra vincente con un pilota straordinario, molto professionale, intelligente in gara. Un talento fantastico. Io faccio il tifo per Leclerc, mio figlio lo segue fin da quando correva nei go-kart. È un grande pilota e merita l’occasione di vincere il titolo”.
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