Il presidente della FIA, Ben Sulayem, ha rilasciato delle dichiarazioni molto accese, parlando dell'ipotetico scenario in cui le squadre formerebbero un altro campionato.
L'imprenditore degli Emirati Arabi è stato al centro di diverse critiche, specialmente nei giorni successivi al famoso caso sull'investigazione (prima avviata, poi ritirata) su Toto Wolff e la moglie Susie per un presunto conflitto d'interessi.
Ben Sulayem ha, dunque, deciso di difendere la propria posizione e quella della FIA: "Dico solo una cosa, e la dico con modestia e chiarezza: non arriverà mai il giorno in cui vi sveglierete e non ci sarà la FIA".
"Per quanto riguarda gli altri, il discorso è completamente diverso. Liberty ha tutto il diritto di vendere, quindi potrebbe esserci un'altra realtà e domani la F1 non sarebbe più con loro. Pertanto, dovremmo relazionarci con altri", ha aggiunto.
Poi ha espresso la propria posizione sulle persone che lavorano per la compagnia americana per gestire il lato commerciale della F1: "Rispetto Liberty, sono qui per fare profitto. Sono persone intelligenti e le sostengo".
"Sappiamo quali sono le nostre responsabilità e con chi abbiamo a che fare. La chiarezza è molto importante e io non sono contro gli affari di nessuno, questo sia chiaro".
"Ci sono persone qui [in F1, ndr] che vogliono fare soldi. Ogni prodotto che abbiamo, ogni sponsor, ogni partner, chiunque investe lo fa solo se vede un ritorno di qualsiasi tipo".
"Non si fa nulla per ottenere niente, ma la FIA è diversa. Non siamo una realtà che intende lucrare e guadagnare, ma dobbiamo anche salvaguardare le nostre finanze e dare più valore alle persone che lavorano per noi".
Ben Sulayem, tuttavia, è irremovibile sulla necessità di una separazione radicale tra chi gestisce l'aspetto commerciale e chi quello sportivo: "Alcune persone parlano di una separazione [tra le squadre e la FIA, ndr]. Pensano davvero che i grandi costruttori gareggerebbero in un campionato senza un ente regolatore?".
"Pensano davvero che investirebbero? Pensano davvero che diventerebbe un altro Wrestling, in cui già si sa chi vincerà? Dove qualcuno investe e all'improvviso cambia le regole?", ha affermato, paragonando questo ipotetico scenario a quello che in Spagna veniva chiamato la "Lucha Libre", ovvero la "Lotta Libera" negli anni Novanta.
"No, si tratta di avere prima regole chiare e poi si può investire. Quello [il Wrestling, ndr] è uno spettacolo. Questo non lo è. Qui abbiamo uno spettacolo, ma con un organo di governo, uno spettacolo con delle regole e sapete che facciamo un controllo equo e corretto. Il resto dipende da voi, dal vostro team e dal vostro pilota", ha concluso.
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