Ferrari: quando partecipare non è un merito
Il digiuno iridato della storica scuderia italiana sembra aver assuefatto una grossa parte di tifosi verso una mediocrità ineludibile lasciando spazio a sterili faide…

14/01/2024 08:00:00 Tempo di lettura: 5 minuti

Ad un mese esatto dalla presentazione della nuova Rossa per la stagione 2024, i fan si interrogano sulla chance di poter vivere una stagione più emozionante rispetto a un 2023 soporifero.

I soliti noti (sempre ben informati) si avventurano in esclusive tecniche che pongono la Ferrari al vertice, scoop spesso smentiti a valle dei primi test invernali. Purtroppo l’entusiasmo che accompagna la presentazione dei nuovi bolidi si assopisce rapidamente senza destare più scalpore.

Il digiuno iridato della storica Scuderia italiana sembra aver assuefatto una grossa parte di tifosi verso una mediocrità ineludibile lasciando spazio a sterili faide tra i sostenitori degli alfieri delle rosse. Tuttavia alla mancanza di risultati in linea con la leggenda del Cavallino Rampante, molti sostenitori della scuderia modenese contrappongono con fierezza il merito di essere l’unico team ad aver partecipato a tutte le edizioni del mondiale di Formula 1.

E’ bene precisare che l’ininterrotta presenza sulla griglia di partenza è una costanza ben remunerata dalla F1 (Ferrari percepisce un lauto bonus come team storico). Nelle intenzioni del fondatore Enzo, la Ferrari non poteva fare a meno della massima categoria del motorsport come vetrina irrinunciabile per la promozione del proprio marchio.

Nei giorni scorsi una delle più autorevoli testate giornalistiche d’oltremanica ha proposto una grafica in cui riportava un dato che ha onestamente imbarazzato il sottoscritto. 

Ferrari: quando partecipare non è un merito

Confronto delle vittorie di Verstappen e della Ferrari a partire dal 2007 – Credit: x.com


Dalla conquista dell’ultimo titolo piloti (2007, nda) fino a oggi il solo Verstappen (che ha esordito nel 2015) ha colto più successi della Ferrari (53 vs 51). Non sapremo mai se l’intento del confronto era un attestato di stima verso Max o una critica verso il team di Maranello, spesso maliziosa nei confronti della leggendaria scuderia italiana.

L’evidenza ancora più amara è che nonostante il passaggio dai motori aspirato a quelli turbo-ibridi, numerose modifiche al regolamento tecnico e l’ingaggio di piloti titolati come Fernando Alonso e Sebastian Vettel, la Rossa non ha arricchito la propria bacheca.

La deriva verso la mediocrità

Attraverso il mio profilo Twitter (scusate X) ho pubblicato il suddetto dato statistico riscontrando con sorpresa una pericolosa deriva verso la mediocrità in cui la partecipazione è un merito quasi superiore ai successi.

La concorrenza, nonostante lunghi domini (Mercedes e Red Bull), è snobbata in virtù della loro scarsa militanza. Partecipare è un principio nobile in una disciplina olimpica, ma anche in questo caso occorre ricordare una delle celebri frasi del Drake in cui definiva i secondi come i primi perdenti.

Probabilmente, con calendari così lunghi, a breve i record detenuti dalla scuderia di Maranello saranno riscritti e a quel punto non resterà che attaccarsi al fumo della pipa. La speranza è che la presunzione di chi si sente superiore esclusivamente perché è al vertice dei record della Formula 1, non abbia pervaso la GES. Con i ritmi folli della Formula 1 Made in Liberty Media in un lustro la rossa potrebbe essere superata in tante classifiche. Per assurdo potrebbe rivelarsi anche un bene. Nel 1993 la Ferrari fu superata nella classifica delle vittorie in gara dalla McLaren grazie all’ultimo sigillo di Ayrton Senna in F1 in Australia. 

Ferrari: quando partecipare non è un merito

Classifica vittorie team dopo GP Australia 1993 – Credit: youtube.com

 

Ancora più doloroso fu essere scalzati da Williams nella classifica dei team con più titoli costruttori nel 1997 e l’anno seguente da McLaren. Dopo il 98 iniziò l’era di dominio rosso con la conquista del titolo costruttori nel 1999 a distanza di 16 anni dall’ultimo trionfo. In sostanza non è sufficiente #essereFerrari per vincere, perché proprio attraverso le vittorie il Cavallino Rampante ha costruito la propria storia.

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Foto copertina www.bergamonews.it


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