Uno scandalo ad orologeria con le sembianze di un regolamento di conti
Lo scandalo che sta travolgendo il team principal della Red Bull ha colto di sorpresa il circus. Con il passare delle ore la vicenda assume le sembianza di un regolamento di conti tra il quartier generale austriaco e la divisione di Milton Keynes.

06/02/2024 19:05:00 Tempo di lettura: 4 minuti

Sino a qualche giorno fa la pausa invernale del circus era trascorsa senza alcun sussulto. Per settimane si è parlato della prossima stagione con il timore concreto che il dominio Red Bull non potesse lasciare spazio ad altre argomentazioni. Il licenziamento di Gunther Steiner, il no della Formula 1 alla candidatura di Andretti, il clamoroso ingaggio di Lewis Hamilton da parte della Ferrari e le pesanti accuse rivolte a Christian Horner nell’ambito di un’indagine interna al gruppo Red Bull hanno scosso il Paddock nelle ultime settimane.

Nella mattinata di ieri, la testata olandese “Telegraaf” ha rivelato che dal quartier generale della Red Bull in Austria è stata avviata un’indagine interna sulla condotta del team principal inglese per “comportamento inappropriato” nei confronti di colleghi/subalterni. Non si conosce ancora la natura delle presunte violazioni commesse da Christian Horner tuttavia l’indagine ha varcato il perimetro di Milton Keynes in quanto è stata affidata ad un avvocato indipendente. Questa decisione è molto importante per diverse ragioni.

Dopo la morte di Dietrich Mateschitz, fondatore della Red Bull, Oliver Mintzlaff è stato eletto nuovo CEO e capo del ramo sportivo del marchio di bevande energetiche. Affidando quindi il procedimento a un soggetto esterno, ha ritenuto che l’influenza di Horner all’interno del team avrebbe potuto “inquinare” un procedimento interno all’ ufficio risorse umane di Milton Keynes.

Uno scandalo ad orologeria con le sembianze di un regolamento di conti

Oliver Mintzlaff e Christian Horner a colloquio - Credit: formulanitro.com

In secondo luogo, appare evidente che il manager a capo del team campione del mondo era attenzionato già da diverso tempo e quando le prove a suo carico sono diventate sufficienti e’ partita una indagine disciplinare. L'headquarter Red Bull in Austria confermando il procedimento agli organi di stampa ha di fatto consegnato Horner alla gogna mediatica ancor prima che vengano accertati i fatti. L'Horner Gate dimostra ancora una volta che ci vuole una vita per costruirsi una reputazione e mezza giornata per distruggerla. Sicuramente esiste una parte del team di Milton Keynes che da tempo non tollera lo stile manageriale aggressivo del team principal inglese.

Per questo l'esito del procedimento disciplinare risulta superfluo, la verità è che Horner e’ stato fatto fuori. Non è un mistero che l’anima austriaca del team rappresentata da Helmut Marko non fosse in sintonia con Horner e soltanto i successi senza precedenti del team hanno contribuito a sotterrare l’ascia di guerra.

Il destino del team principal che dalle ceneri della Jaguar ha creato un team vincente e’ segnato. In queste circostanze la sospensione di Horner è praticamente scontata. Venerdì prossimo si svolgerà  l'udienza interna della commissione d'inchiesta e gli inquirenti stanno cercando di completare l'indagine "il più rapidamente possibile" prima del lancio della scuderia che è in programma il prossimo 15 febbraio.

Si vocifera già di una promozione di Jonathan Wheatley a nuovo Team Principal del “drink team” almeno come soluzione ad interim. Come se non bastasse potrebbe verificarsi un effetto domino in funzione di eventuali clausole presenti nei contratti dei tecnici. Secondo alcune fonti la permanenza di Adrian Newey in Red Bull è vincolata a quella di Christian Horner e questo sarebbe un bel problema nel medio-lungo periodo per il team austriaco. La lotta intestina tra la corrente austriaca e quella inglese del team potrebbe distruggere la perfetta creatura voluta da Dietrich Mateschitz e affidata nel 2005 a Christian Horner.

Foto interna e di copertina www.formulanitro.com


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