All'ultimo giro del GP dell'Arabia Saudita la Ferrari di Leclerc si è accesa, colorando la scia dei tempi di "fucsia". Il monegasco ha chiuso la corsa in 1:31.632, fatto segnare con gomme bianche usate di circa 40 giri. Certo, il carico di benzina era davvero basso, eppure il suo rivale per quel punto addizionale era Lewis Hamilton, che aveva da poco montato gomme soft nuove. C'è quindi da chiedersi da dove sia uscito quel crono. Non c'è dubbio che Leclerc sia un mago nel far segnare i tempi veloci, ma farlo in queste condizioni era davvero inaspettato. Parlando in conferenza stampa, il pilota ha ammesso di aver preso il DRS da Ricciardo, ma è innegabile che anche la SF-24 fosse pronta a reggere una tale spinta a poco tempo dalla fine.
Nel consueto appuntamento su Sky Sport, Carlo Vanzini ha lanciato una provocazione: che la Ferrari abbia del potenziale inespresso? "Il giro veloce all'ultimo sarebbe interessante da capire. Di certo è un segnale positivo perchè figlio di una vetture non mangia le gomme e il grande problema del 2023 sembrerebbe risolto. Ma a questo punto, non è che al muretto box sono troppo preoccupati per l'usura e restano conservativi, così finiscono la gara con più gomma di quella che pensano?", ha detto il giornalista.
"C'è da aggiungere che quello era anche un giro veloce vero", ha continuato poi Marc Genè. "Per fare il suo, Max aveva rallentato per due giri, così da ricaricare la batteria e preparare la monoposto, mentre Charles lo ha fatto dal nulla, con meno energia. Il distacco è notevole, perchè sono due decimi. Questo è un gran segno per capire la macchina: la Ferrari è arrivata per la prima volta in tanti anni con le gomme migliori a fine gara, ma non perchè è stata conservativa. In gara bisogna gestire, e gli ingegneri di Maranello avevano scelto anche un'ala più scarica per conservare gli pneumatici. Così i piloti hanno perso in velocità ma hanno tenuto il ritmo".
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