"Per le qualifiche la preparazione è stata pochissima: mi hanno chiamato mentre stavo per pranzare, ero pronto per la Formula 2 e mi hanno detto che avrei dovuto guidare in Formula 1. Ed è stata una grande sorpresa; certo, non avrei voluto esordire per le sfortune di un altro", così Oliver Bearman ha raccontato al Corriere della Sera le sue frenetiche 48h come pilota della Ferrari. Una volta tornato a casa, il giovane ha avuto modo di riflettere sull'esperienza, in mezzo alla preparazione per il weekend di Formula 2 a Melbourne e una giornata al volante della F1-75, eseguita ieri a Fiorano (questa era programmata da tempo. Sainz dovrebbe tornare in tempo per l'Australia).
"Se ora ripenso a Gedda posso finalmente dire di essere felice: circostanze difficili, ma ho amato ogni momento. Mi sento come un bambino che ha realizzato un sogno, e poi sono anche il più giovane inglese. Sono un perfezionista e in qualifica avrei dovuto fare meglio. E anche in gara ho perso tempo nei sorpassi. Se fossi stato più efficace avrei concluso sesto anziché settimo", ha detto poi il 18enne a Daniele Sparisci. "Non ho fatto tanta fatica con le procedure, guidando al simulatore già le conoscevo ed è stato più facile di quanto mi aspettassi. Grazie alla preparazione e al lavoro, gli sforzi fatti pagano: le avevamo provate tantissime volte. È a livello fisico che mi sentivo provato: dolore, soprattutto al collo. La velocità di una F1 la conoscevo, avendo guidato la F1-75 anche questo inverno".
Nonostante le sue autocritiche, in molti si sono congratulati con lui e hanno e dato consigli, come ha spiegato lo stesso inglese: "Charles mi ha aiutato tanto prima delle qualifiche e della gara, Carlos invece durante il Gp mi spiegava molte cose. Grazie a lui ho imparato più in fretta. Hamilton, Vettel e Domenicali mi hanno fatto i complimenti: che emozione".
Foto copertina x.com
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