Leclerc, sua madre e uno scambio di sguardi: da lì ha vinto il GP di Monaco

Erano le 14:40 e mancavano pochi minuti all'inizio del GP di Monaco, dove Leclerc era chiamato a una missione: vincere, finalmente, la sua gara di casa. C'era davvero tanto in gioco, ma l'atmosfera nel Principato era stranamente tranquilla: sarà stata la gente composta sugli spalti, la musica che si era affievolita o il sole splendente sulla baia, eppure non c'era il classico fremito del pre-partenza. L'equipe della Ferrari era in piedi davanti al muretto, parlando tra sè, fino a che non sono usciti proprio Leclerc e Sainz per andare in griglia. La gente ha iniziato a urlare, ma il monegasco era già nel suo mondo, con le cuffiette nelle orecchie. Il suo ultimo sguardo si è rivolto a chi gridava più di tutti: la sua famiglia, che lo incoraggiava dall'hospitality della Ferrari. E volete sapere dove il pilota ha vinto il Gran Premio? In quello scambio di occhiate, in quel sospiro e quel sorriso. In quella compostezza di chi aveva ammesso il giorno prima che non voleva farsi sopraffare dalle emozioni, in un respiro trattenuto per quasi due ore, in quella freddezza che poi si è trasformata in pianto. 

Perchè Charles lo sapeva che qui si giocava più di una gara: si giocava il nome di un "Predestinato" che non vinceva da anni, il ruolo di un "primo pilota" che veniva battuto dal compagno di squadra, la reputazione di un bravo poleman che perdeva le partenze dal palo. Come nel famoso casinò della sua città, domenica era full in, nel bene o nel male, ma la sua Monaco ieri ha ricambiato il suo amore. E con quell'urlo a fine gara Leclerc non ha lasciato andare solo la "maledizione" di Montecarlo, ma anche tutta la frustrazione di chi ha visto il suo compagno essere al posto giusto al momento giusto, di chi ha visto un suo coetaneo raggiungere successi inauditi, mentre lui era bloccato in vetture mediocri. Ma attenzione a festeggiare troppo: questa è la pausa prima della nuova salita. 

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